“I media devono aiutare a trovarsi, a capirsi, a fare amicizia, e a mandare via i diavoletti che rovinano la vita alla gente. Questa è la positività: non è soltanto parlare di religione, sì, si può fare, parlare di Dio, sì, ma anche custodire l’umanità, l’umanesimo”. Lo ha detto papa Francesco, rispondendo alle domande di Lorenza Bianchetti, all’inizio dell’intervista alla trasmissione di Rai1 ‘A Sua immagine’, registrata il 27 maggio negli studi di Saxa Rubra e mandata in onda questa mattina in uno speciale dal titolo “La forza della vita”. All’inizio il Pontefice ha anche detto di non essere mai stato prima in uno studio televisivo. “Sì, ce n’era uno nella diocesi di Buenos Aires, ma era molto piccolo”, ha ricordato.
Sono ancora vivo
“Sono ancora vivo”. Così papa Francesco ha risposto, durante lo speciale di A Sua immagine “La forza della vita”, all’atleta di origine nigeriana Fausto Desalu, 29 anni, campione olimpico della staffetta con l’Italia, che in collegamento video gli ha chiesto “Tutto bene?”
Il Papa riabbraccia i genitori della bimba morta al Gemelli
Nello studio di ‘A Sua immagine’ papa Francesco ha riabbracciato i genitori della bimba morta al Gemelli, Angelica, che aveva già abbracciato alla sua uscita dall’ospedale. “Ho trovato la bambina il giorno prima, ancora viva, ma si sapeva che non riusciva, si sapeva che era in fin di vita. E poi ho trovato per caso i genitori all’uscita dal Gemelli”, ha ricordato il Pontefice. “Io la ringrazio – ha detto la mamma -. In quella disperazione immensa nel suo abbraccio ho sentito tanta pace, come se avessi sentito un papà. Questo mi fa anche dire alle altre madri: non sentitevi sole, i vostri bimbi sono sempre con voi”. “Grazie a te”, ha risposto Francesco, che ha spiegato che “quello che mi muove è una cosa di tenerezza, di voler accompagnare il dolore, perché anche io sono stato accompagnato nel dolore: è una cosa che ho imparato quando ho avuto quella malattia, a ventun anni, sono stato in fin di vita”. Il papa ha sottolineato “l’importanza dei gesti: non ci sono parole per il dolore, soltanto i gesti, e il silenzio”.
Il papà della bimba, parlando dell’incontro col Pontefice, l’ha definito “la consolazione più grande del mondo per il dolore più grande del mondo. Un segno divino – ha aggiunto -, perché non credo alle coincidenze”.
C’è chi prova piacere a torturare
“La malvagità è una delle possibilità della persone, e ci sono bambini che sentono, è una malattia, ma sentono questo piacere nel torturare. Lo stiamo vedendo nella guerra, nei filmati di guerra, il piacere di tanti soldati nel torturare i soldati ucraini. L’ho visto in tanto filmati. Questo succede”. Lo ha detto papa Francesco commentando la testimonianza di una ragazza vittima di bullismo. Alla domanda su come reagire, il Pontefice ha risposto “con l’affetto, con l’abbraccio. Abbracciarli, far sentire loro che l’amore, la dolcezza è più forte di quell’aggressione. O scegliamo la via dell’amore, della tenerezza o scegliamo l’altra via dell’indifferenza, che lascia lì il bambino, che subisca i guai”. “Questi ragazzi sembrano vincitori – ha sottolineato Francesco a proposito dei ‘bulli’ -, ma fanno finta, è una vittoria finta, perché è una vittoria sull’aggressione, una vittoria sul dolore degli altri. La vera vittoria è armoniosa, non è aggressiva, è mite. Oggi non si educa tanto alla mitezza, si pensa che essere mite è essere stupido. No, la mitezza è una cosa grande. Quello che non è mite è uno sconfitto, perché non è capace di carezzare”. Alla domanda di Lorenza Bianchetti se anche lui ha ricevuto parole ostili, il papa ha risposto: “da giovane, da bambino, e ho reagito ingoiando il rospo. Prendendo quelle parole come qualcosa che mi fa giustizia dentro”.
Educare i figli con amore ma anche dando dei limiti
Nell’educazione dei figli, i genitori devono “saper dare le cose positive, le carezze, e i limiti: educare nei limiti. Se tu un ragazzo, una ragazza, un bambino, una bambina, lo fai crescere senza limiti stai facendo un male. Hanno bisogno di una carezza, dell’amore, ma anche dei limiti. Anche del ‘no’ dell’amore, della fermezza”. Lo ha detto papa Francesco durante l’intervista alla trasmissione ‘A Sua immagine’ su Rai 1. Su come conciliare il lavoro e l’educazione dei figli, il papa ha spiegato che è “una sfida”. “Io in confessione, quando viene una persona, se è giovane, sempre domando se gioca con i figli. Una volta uno mi ha risposto ‘magari potessi, io esco da casa la mattina quando stanno dormendo e ritorno la sera quando stanno dormendo'”. “La vita di oggi è un po’ schiava del lavoro”, ha osservato Francesco richiamando alla “pedagogia della gratuità, di giocane con i figli. Tutti i genitori sanno farlo, perché è la grazia della genitorialità”. Rispondendo sulla figura del “maestro”, Francesco ha evidenziato che “non inganna mai, non seduce mai, attira, ti fa sentire bene e ti mette dei limiti. Un maestro che soltanto ti attira e ti da delle caramelle non va bene. Un maestro ti aiuta a camminare, ma ti dà dei limiti. Un papà o una mamma che non rimprovera mai i figli non va bene”. Nelle sue risposte, Francesco ha ricordato, come esempio, quello che ritiene essere “lo stile di Dio: vicinanza, compassione e tenerezza”. E a proposito dell'”inquietudine”, specie dei giovani, ha detto che “è una grazia”. “Una delle prime cose che il Signore fa quando si avvicina a noi – ha affermato – è mettere il cuore inquieto. Io ho paura delle persone che hanno il cuore quieto. L’inquietudine è quello che ti fa capire che ci sono altre cose oltre te stesso. Io ho paura dei cuori quieti, ho paura. Poveretti, tu non sai come finiranno”.
Le apparizioni mariane non sempre sono vere
“Le apparizioni mariane? Non cercare lì, perché quello è uno strumento della devozione mariana che non sempre è vero. A volte sono immagini della persona. Ci sono immagini della Madonna che sono vere, ma mai la Madonna ha attirato a sé. A me la madonna piace vederla così, col dito verso l’alto, che indica Gesù. Quando la devozione mariana è troppo incentrata in se stessa non va bene, sia incentrata sulla Madonna che su chi vede”. Lo ha detto papa Francesco. “Questa è una storia antica come l’umanità: con la pace si guadagna sempre, forse poco, ma si guadagna. Con la guerra si perde tutto, tutto, e i cosiddetti guadagni sono perdite”. Lo ha detto papa Francesco alla richiesta di un “appello per la pace”.”Il Giubileo è avvicinare tutti, fra noi e con Dio, per sciogliere i problemi, per aiutare a risolvere e a perdonare: una delle cose più belle della gente è aiutare Dio che perdona. Aiutare a perdonare come fa Dio verso di noi”. Così il Papa in conclusione dell’intervista ad ‘A Sua immagine’, andata in onda stamane su Rai 1.