L’intelligenza artificiale deve trovare un utilizzo per migliorare le condizioni di vita e non per portare morte. Lo ha detto il Papa nell’udienza ai membri dell’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali. “Un altro filone promettente è quello delle nuove tecnologie, in particolare il ricorso alle diverse forme di intelligenza artificiale. Stiamo scoprendo – ha sottolineato il Pontefice – quanto possano rivelarsi potenti come strumenti di morte. Possiamo immaginare quanto benefica questa potenza potrebbe risultare se utilizzata non per la distruzione, ma nella logica della cura: cura delle persone, cura delle comunità, cura dei territori e della casa comune”.
Lo spopolamento rende i territori più fragili
Il Papa incoraggia gli abitanti delle aree interne dell’Italia a proseguire la loro opera di cura del territorio. “Nelle aree interne, marginali, che si trova la maggior parte del patrimonio naturale (foreste, aree protette, e così via): sono dunque di importanza strategica in termini ambientali. Ma lo spopolamento progressivo – ha sottolineato il Papa – rende più difficile la cura del territorio, che da sempre gli abitanti di queste zone hanno portato avanti. I territori abbandonati diventano più fragili, e il loro dissesto diventa causa di calamità e di emergenze, specie oggi con gli eventi estremi sempre più frequenti: ad esempio piogge torrenziali, inondazioni e frane; siccità e incendi; tempeste di vento”. “Guardando questi territori, abbiamo conferma del fatto che ascoltare il grido della terra significa – ha proseguito Papa Francesco – ascoltare il grido dei poveri e degli scartati, e viceversa: nella fragilità delle persone e dell’ambiente riconosciamo che tutto è connesso, che la ricerca di soluzioni richiede di leggere insieme fenomeni che spesso sono pensati come separati. Queste cose voi le conoscete molto bene. Oggi voglio ringraziarvi per il vostro impegno e per il vostro lavoro, che cerca di contribuire a tutelare la dignità delle persone e a curare la casa comune, anche con risorse scarse e tra mille difficoltà. Di questo impegno c’è un bisogno crescente, per cui vi invito a non abbassare la guardia e a non lasciarvi scoraggiare”, ha concluso il Pontefice.
Poche nascite in Italia, si gioca il futuro della patria
Il Papa è tornato, poi, sul problema della denatalità in Italia. “A me preoccupano le poche nascite, cioè una cultura dello spopolamento che viene da queste poche nascite di bambini”, ha detto. “E’ vero, tutti possono avere un cagnolino, ma ci vuole fare bambini. L’Italia, la Spagna, hanno bisogno di bambini”, “non si fanno bambini, è più comune avere un cagnolino”, ha proseguito il Pontefice. “Dobbiamo prendere sul serio il problema delle nascite perché si gioca il futuro della patria”, “fare figli è un dovere di sopravvivere per andare avanti”, “pensate questo”. Poi Papa Francesco ha scherzato: “Questa non è una pubblicità di un’agenzia di nascite… ma voglio sottolineare questo: il dramma delle nascite. Questo va pensato molto sul serio”.
I piccoli Comuni, trascurati e tenuti ai margini
“I piccoli Comuni, soprattutto quelli che fanno parte delle cosiddette aree interne, e che sono la maggior parte, sono spesso trascurati e si trovano in condizione di marginalità. I cittadini che li abitano, una porzione significativa della popolazione, scontano divari importanti in termini di opportunità, e questo resta una fonte di disuguaglianza”, ha continuato il Papa. I piccoli Comuni ricevono poche risorse e questo è “un esempio concreto di cultura dello scarto: tutto ciò che non serve al profitto viene scartato, e questo è brutto”. “Si innesca così un giro vizioso: la mancanza di opportunità spinge spesso la parte più intraprendente della popolazione ad andarsene e questo rende i territori marginali sempre meno interessanti, sempre più abbandonati a sé stessi. A restare sono soprattutto gli anziani e coloro che più faticano a trovare alternative. Di conseguenza, cresce in questi territori il bisogno di Stato sociale, mentre diminuiscono le risorse per darvi risposta”, ha concluso il Pontefice.
All’inizio vi vedevo come una scuola di samba
“Io ho avuto una storia con voi perché all’inizio questo movimento non mi piaceva, io dicevo che era una scuola di samba e non un movimento ecclesiale”. Lo ha detto il Papa ricevendo in Vaticano i membri del Rinnovamento nello Spirito. “Poi da arcivescovo ho visto come lavoravano, come riempivano negli incontri la cattedrale e ho cominciato ad avere un grande apprezzamento per voi. Andate avanti, ma non scuola di samba, no, movimento ecclesiale”, ha proseguito Papa Francesco scherzando anche sul nome del movimento: “Rinnovamento nello Spirito Santo che non è lo stesso di spiritisti”. Parlando del modo di pregare dei carismatici, con canti e balli, Papa Francesco ha sottolineato: “In un mondo dominato dalla cultura dell’avere e dell’efficienza, e anche in una Chiesa a volte troppo preoccupata dell’organizzazione, state attenti a questo, abbiamo tutti bisogno di dare spazio al rendimento di grazie, alla lode e allo stupore di fronte alla grazia di Dio”. E quelli del Rinnovamento “aiutano” in questo con la loro “spiritualità semplice e gioiosa”.
Uno scandalo non visitare i genitori in casa di cura
Il Papa ha parlato degli anziani e ha sottolineato: “Mi scandalizzo di uomini e donne che hanno i genitori in una casa di cura e non vanno a trovarli”, ha detto ancora il Papa, sottolineando che è nella vita di tutti i giorni che occorre dare testimonianza della propria vita cristiana: “Ricordate sempre che il primo annuncio si fa con la testimonianza della vita! A che serve fare lunghe preghiere e tanti bei canti, se poi non so essere paziente con il mio prossimo, se non so stare vicino a mia mamma che è sola?”, ha chiesto il Santo Padre. (ANSA).
Foto: Vatican Media