“Nei momenti di prova, so fare memoria delle volte in cui ho sperimentato, nella mia vita, la presenza e l’aiuto del Signore? Quando arriva qualche tempesta, mi lascio travolgere dall’agitazione oppure mi stringo a Lui, per ritrovare calma e pace, nella preghiera, nel silenzio, nell’ascolto della Parola, nell’adorazione e nella condivisione fraterna della fede?” Le domande di Papa Francesco sono un esame di coscienza sulla base del Vangelo proposto nella liturgia di oggi. La tempesta del lago e Gesù che che sembra dormire.
“Perché si comporta così? Per rafforzare la fede dei discepoli e renderli più coraggiosi. Essi infatti, escono da questa esperienza più consapevoli della potenza di Gesù e della sua presenza in mezzo a loro, e dunque più forti e più pronti ad affrontare altri ostacoli e difficoltà, compresa la paura di avventurarsi ad annunciare il Vangelo. Superata con Lui questa prova, sapranno affrontarne tante altre, fino alla croce e al martirio, per portare il Vangelo a tutte le genti”.
Le parole di Papa Francesco
Lo stesso fa con noi Gesù nell’Eucaristia anche se non ci risparmia le contrarietà “ma, senza mai abbandonarci, ci aiuta ad affrontarle. Ci fa coraggiosi”.
Allora stringiamoci a Lui per “superare le incertezze e le esitazioni, le chiusure e i preconcetti, con coraggio e grandezza di cuore, per dire a tutti che il Regno dei Cieli è presente, è qui, e che con Gesù al nostro fianco possiamo farlo crescere insieme al di là di ogni barriera”.
Dopo la preghiera mariana il Papa ha salutato i tanti pellegrini e ha chiesto ancora pace per Israele e la Palestina, ha citato una bandiera vista nelle strade di Roma, ha chiesto pace nel nord del Congo, e infine per la “martoriata Ucraina”.
Lo Spirito Santo illumini le menti dei governati per portare ad una soluzione pacifica dei conflitti.
Poi ha ricordato un francescano padre Blanco che è morto recentemente e con lui ha ringraziato tutti i francescani per il loro impegno anche come confessori.
Foto: Vatican Media