“A cosa servono i soldi in banca, le comodità negli appartamenti, i finti ‘contatti’ del mondo virtuale, se poi i cuori restano freddi, vuoti, chiusi? A cosa servono gli alti livelli di crescita finanziaria dei Paesi privilegiati, se poi mezzo mondo muore di fame e di guerra, e gli altri restano a guardare indifferenti? A cosa serve viaggiare per tutto il pianeta, se poi ogni incontro si riduce all’emozione di un momento, a una fotografia che nessuno ricorderà più nel giro di qualche giorno o qualche mese?”. Lo ha chiesto papa Francesco nell’omelia della messa Nella Basilica di San Pietro con i nuovi cardinali, nella solennità dell’Immacolata Concezione.
“Vediamo purtroppo, attorno a noi, come la pretesa del primo peccato, di voler essere ‘come Dio’ (cfr Gen 3,1-6), continui a ferire l’umanità, e come questa presunzione di autosufficienza non generi né amore, né felicità”, ha affermato il Papa. “Chi esalta come conquista il rifiuto di ogni legame stabile e duraturo, infatti, non dona libertà – ha aggiunto -. Chi toglie il rispetto al padre e alla madre, chi non vuole i figli, chi considera gli altri come un oggetto o come un fastidio, chi ritiene la condivisione una perdita e la solidarietà un impoverimento, non diffonde gioia né futuro”.
Il rischio nel guardare alla figura delI’Immacolata “sarebbe di pensare che si tratti di una bellezza lontana, troppo alta, irraggiungibile. Non è così”, ha aggiunto il Papa. “Anche noi infatti – ha spiegato Francesco – la riceviamo in dono, nel Battesimo, quando veniamo liberati dal peccato e fatti figli di Dio. E con essa ci è affidata la chiamata a coltivarla, come la Vergine, con amore filiale, sponsale e materno, grati nel ricevere e generosi nel donare, uomini e donne del ‘grazie’ e del ‘sì’, detti con le parole, ma soprattutto con la vita;
pronti a far posto al Signore nei nostri progetti e ad accogliere con tenerezza materna tutti i fratelli e le sorelle che incontriamo sul nostro cammino”.
Secondo il Pontefice, “l’Immacolata allora non è un mito, una dottrina astratta o un ideale impossibile: è la proposta di un progetto bello e concreto, il modello pienamente realizzato della nostra umanità, attraverso cui, per grazia di Dio, possiamo tutti contribuire a cambiare in meglio il nostro mondo”. “Oggi noi guardiamo a Maria Immacolata, e le chiediamo che il suo Cuore pieno d’amore ci conquisti, che ci converta e che faccia di noi una comunità in cui la figliolanza, la sponsalità e la maternità siano regola e criterio di vita – ha detto ancora -: in cui le famiglie si riuniscono, gli sposi condividono ogni cosa, i padri e le madri sono presenti in carne e ossa vicino ai loro figli”.
“Questa è la bellezza di cui ci parla l’Immacolata, questa è la ‘bellezza che salva il mondo'”, ha aggiunto Francesco. “Celebriamo questa Eucaristia assieme ai nuovi cardinali – ha quindi concluso -. Sono fratelli a cui ho chiesto di assistermi nel servizio di Pastore della Chiesa universale. Vengono da tante parti del mondo, portatori di un’unica Sapienza dai molti volti, per contribuire alla crescita e alla diffusione del Regno di Dio. Affidiamoli in modo particolare all’intercessione della Madre del Salvatore”.
“Dio ha scelto Maria, una donna, come compagna per il suo progetto di salvezza. Non c’è salvezza senza la donna, perché la Chiesa è donna”. Così il Papa a conclusione dell’omelia della messa nella Basilica di San Pietro con i nuovi cardinali, nella solennità dell’Immacolata Concezione.
Foto: Vatican Media