“Continuiamo a pregare per la pace: nella martoriata Ucraina, nel Medio Oriente, Palestina, Israele, il Libano, adesso la Siria, in Myanmar, in Sud Sudan, e dovunque si soffre per la guerra e per le violenze”. Lo ha detto Papa Francesco all’Angelus. “Faccio appello ai governanti e alla comunità internazionale perché si possa arrivare alla festa del Natale con un cessate il fuoco su tutti i fronti di guerra”, ha aggiunto il Pontefice.
“Una donna di un piccolo paese periferico viene chiamata per sempre al centro della storia: dalla sua risposta dipendono le sorti dell’umanità, che può tornare a sorridere e sperare, perché il suo destino è stato posto in buone mani”. Così papa Francesco ha descritto quello che ha definito “uno dei momenti più importanti, più belli nella nostra storia dell’umanità”, cioè l’Annunciazione, di cui parla oggi il Vangelo, nella solennità dell’Immacolata Concezione.
“È una scena che suscita la più grande meraviglia e commozione perché Dio, l’Altissimo, l’Onnipotente, per mezzo dell’Angelo dialoga con una giovane di Nazaret, chiedendone la collaborazione per il suo progetto di salvezza”, ha sottolineato il Pontefice.
“Nel nostro tempo – ha quindi proseguito -, agitato da guerre e concentrato nello sforzo di possedere e dominare, dove ripongo la mia speranza? Nella forza, nel denaro, negli amici potenti, oppure nella misericordia infinita di Dio? E di fronte a tanti falsi modelli luccicanti che circolano nei media e in internet, dove cerco io la mia felicità? Dov’è il tesoro del mio cuore? Sta nel fatto che Dio mi ama gratuitamente, che il suo amore sempre mi precede, ed è pronto a perdonarmi quando ritorno pentito a Lui? In quella speranza filiale nell’amore di Dio? Oppure mi illudo nel cercare di affermare a tutti i costi il mio io e la mia volontà?”.
“Fratelli e sorelle – ha concluso Francesco al momento di introdurre la preghiera mariana -, mentre si avvicina l’apertura della Porta Santa del Giubileo, apriamo le porte del cuore e della mente al Signore Gesù. E vi do un consiglio: oggi è un bel giorno per decidersi a fare una buona confessione, magari nella settimana, è un buon momento. Aprire il cuore, perché il Signore perdona tutto”.
Infine una preghiera per “i detenuti che negli Stati Uniti sono al corridoio della morte. Credo che sono 13 o 15. Preghiamo perché la loro pena sia commutata, cambiata. Pensiamo a questi fratelli e sorelle nostri. Chiediamo al Signore la grazia di salvarli dalla morte”. Infine la vicinanza “ai lavoratori di Siena, Fabriano, Ascoli Piceno che difendono in modo solidale il diritto al lavoro , diritto alla dignità, che non gli sia tolto il lavoro per motivi finanziari”.
LA PREGHIERA DAVANTI ALLA STATUA DELL’IMMACOLATA
Una breve sosta davanti all’immagine della Salus Populi Romani nella basilica romana di Santa Maria Maggiore, prima di arrivare in Piazza Mignanelli per la tradizionale preghiera davanti alla statua dell’Immacolata.
In una Roma uggiosa, fredda, che festeggia con tutta la Chiesa l’Immacolata Concezione, Papa Francesco, è giunto alle ore 15,45 nella famosa piazza romana dove si trova la statua dell’Immacolata Concezione, a pochi passi da Piazza di Spagna. Poco prima, quattro attiviste per la soppressione delle corride in Spagna, si sono avventate sulla macchina di Papa Francesco. I poliziotti e i gendarmi vaticani sono intervenuti subito per bloccare il piccolo gruppetto di attiviste.
Ad accogliere il Pontefice: il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri; il neo Cardinal Baldassarre Reina, Vicegerente della Diocesi di Roma; e il Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.
Si è raccolto in preghiera davanti all’effige mariana. Silenzio attorno. Le parole della preghiera del Santo Padre hanno espresso tutta la filiale devozione alla Vergine Maria:“Vergine Immacolata, oggi è la tua festa e noi ci stringiamo intorno a te. I fiori che ti offriamo vogliono esprimere il nostro amore e la nostra gratitudine; ma tu vedi e gradisci soprattutto quei fiori nascosti che sono le preghiere, i sospiri, le lacrime, specialmente dei piccoli e dei poveri”.
Poi un riferimento al Giubileo ormai alle porte, non dimenticandosi dei problemi (non pochi) che i diversi cantieri aperti per tutta la città stanno procurando ai romani e ai turisti:“Madre nostra, Roma si prepara a un nuovo Giubileo, che sarà un messaggio di speranza per l’umanità provata dalle crisi e dalle guerre. Per questo in città dappertutto ci sono cantieri: questo – tu lo sai – provoca non pochi disagi, eppure è segno che Roma è viva, si rinnova, cerca di adattarsi alle esigenze, per essere più accogliente e più funzionale”.
Ma oltre ai cantieri aperti per tutta Roma, il Papa si sofferma soprattutto su altra tipologia di cantieri: li chiama “cantieri dell’anima”perché “il vero Giubileo non è fuori – precisa Papa Francesco – è dentro: dentro di voi, dentro i cuori, dentro le relazioni famigliari e sociali. È dentro che bisogna lavorare per preparare la strada al Signore che viene”.
E a braccio, aggiunge una viva esortazione:”Liberaci dall’invidia”!
Conclude, poi, Papa Francesco: “Maria, ci ripeti: “Ascoltate Lui! Ascoltatelo, e fate quello che vi dice”. Grazie, Madre Santa! Grazie perché ancora, in questo tempo povero di speranza, ci doni Gesù, nostra Speranza!”.
Foto: CNA