Rinnovo l’appello a cessare di strumentalizzare le religioni per incitare all’odio, alla violenza, all’estremismo e al fanatismo e di smettere di usare il nome di Dio per giustificare atti di omicidio, di esilio, di terrorismo o di oppressione”. Lo scrive oggi Papa Francesco lanciando un tweet, che riprende alcune parole del Documento sulla fratellanza umana, in occasione della Giornata internazionale per la commemorazione delle vittime di atti di violenza basati sulla religione o sul credo che ricorre il 22 agosto.
La giornata
Una Giornata istituita dall’Onu in cui, secondo la onlus Porte Aperte/Open Doors, è “impossibile non parlare dell’aumento di violenze contro i cristiani” perpetrate in numerosi Paesi in cui le minoranze sono particolarmente vulnerabili e prese di mira. E proprio i cristiani, secondo un rapporto del centro studi statunitense Pew Research Center, sono la comunità religiosa più perseguitata al mondo a causa della fede. Nel comunicato diffuso sull’argomento dall’organizzazione Porte Aperte si precisa che l’aumento di atti violenti basati sulla religione contro le minoranze cristiane è evidente in modo particolare in India (Manipur), Pakistan (Punjab), Nigeria, Camerun, Bangladesh. Numerosi gli episodi riportati come quello accaduto il 17 maggio scorso a un bambino di otto anni di Dhaka, in Bangladesh, ricoverato con gravi ustioni dopo che i vicini gli avevano versato addosso acqua bollente. I suoi genitori sono ex-musulmani convertiti al cristianesimo. Nello Stato di Manipur, nel nord-est dell’India, da quasi tre mesi infuriano violenti scontri dovuti alle tensioni tra l’etnia Meitei, prevalentemente indù, e la minoranza Kuki-Zomi a maggioranza cristiana. Le tensioni che hanno provocato decine di vittime, si sono acuite, si piega nel comunicato, dopo che il governo filo-induista del Manipur ha deciso di concedere ulteriori terre e privilegi ai Meitei costringendo alla fuga i Kuki cristiani. Nel luglio scorso, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione urgente in merito a questa situazione con la richiesta al governo indiano di adottare tutte le misure necessarie” per porre immediatamente fine alle violenze a sfondo etnico”. (Vatican News).