“Non dimentichiamo i fratelli e le sorelle che soffrono in guerra”, ha detto Papa Francesco all’Angelus in Piazza San Pietro. Ha invitato a pregare per le mamme che in guerra hanno perso i figli “sia ucraine sia russe”. “Oggi – ha detto – vedendo la Madonna che porta il Bambino nel presepio, che lo allatta, penso alle mamme delle vittime della guerra, dei soldati che sono caduti in questa guerra in Ucraina, le mamme ucraine e le mamme russe, ambedue hanno perso i figli, questo il prezzo delle guerre. Preghiamo per le mamme che hanno perso i figli soldati, siano ucraine siano russe”.
Non dividiamo tra buoni e cattivi
Non dividiamo tra buoni e cattivi, ma condividiamo i pesi e guardiamoci con compassione. E’ l’esortazione del Papa nell’Angelus di oggi. “Fratelli e sorelle, noi pure, discepoli di Gesù, siamo chiamati a esercitare in questo modo la giustizia, nei rapporti con gli altri, nella Chiesa, nella società – ha detto Francesco -: non con la durezza di chi giudica e condanna dividendo le persone in buone e cattive, ma con la misericordia di chi accoglie condividendo le ferite e le fragilità delle sorelle e dei fratelli, per rialzarli. Vorrei dirlo così: non dividendo, ma condividendo. Non dividere, ma condividere. Facciamo come Gesù: condividiamo, portiamo i pesi gli uni degli altri, invece di chiacchierare e distruggere guardiamoci con compassione, aiutiamoci a vicenda”.
Il chiacchiericcio uccide l’amore
“Il chiacchiericcio – ha aggiunto il Papa parlando a braccio – è un’arma letale uccide l’amore e la società”. “Chiediamoci: io sono una persona che divide o che condivide? E ora preghiamo la Madonna, che ha dato alla luce Gesù, immergendolo nella nostra fragilità perché riavessimo la vita”.
La citazione di Benedetto XVI
Francesco, poi, cita il papa emerito a poco più di una settimana dalla morte, nel primo Angelus celebrato in Vaticano dopo i funerali di Ratzinger. “Benedetto XVI – ricorda il pontefice- ha affermato che ‘Dio ha voluto salvarci andando lui stesso fino in fondo all’abisso della morte, perché ogni uomo, anche chi è caduto tanto in basso da non vedere più il cielo, possa trovare la mano di Dio a cui aggrapparsi e risalire dalle tenebre a rivedere la luce per la quale egli è fatto'”.
La giustizia di Dio non distribuisce pene e castighi
La giustizia di Dio “non ha come fine la condanna del colpevole, ma la sua salvezza e la sua rinascita”, “non vuole distribuire pene e castighi” ma “consiste nel rendere giusti noi suoi figli liberandoci dai lacci del male, risanandoci, rialzandoci”: è “la misericordia che salva, l’amore che condivide la nostra condizione umana, si fa vicino, solidale con il nostro dolore, entrando nelle nostre oscurità per riportare la luce”. Lo ha detto Papa Francesco all’Angelus.
La festa del Battesimo
“Nella Festa del Battesimo del Signore e il Vangelo ci presenta una scena stupefacente – ha spiegato Bergoglio-: è la prima volta che Gesù appare in pubblico dopo la vita nascosta a Nazaret; arriva sulla riva del fiume Giordano per farsi battezzare da Giovanni. Era un rito con cui la gente si pentiva e s’impegnava a convertirsi; un inno liturgico dice che il popolo andava a farsi battezzare ‘nuda l’anima e nudi i piedi’, con l’anima persa e senza coprire niente, cioè con umiltà e cuore trasparente. Ma, vedendo Gesù che si mischia con i peccatori, si resta stupiti e viene da chiedersi: perché ha fatto questa scelta.
Le parole di Gesù a Giovanni
Lui, il Santo di Dio, il Figlio di Dio senza peccato? Troviamo la risposta nelle parole che Gesù rivolge a Giovanni: ‘Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia’. Adempiere ogni giustizia: cosa vuol dire? Facendosi battezzare, Gesù ci svela la giustizia di Dio, che Lui è venuto a portare nel mondo. Noi tante volte abbiamo un’idea ristretta di giustizia e pensiamo che essa significhi: chi sbaglia paga e soddisfa così il torto che ha compiuto. Ma la giustizia di Dio, come la Scrittura insegna, è molto più grande: non ha come fine la condanna del colpevole, ma la sua salvezza e la sua rinascita, il renderlo giusto”.
Insegnate a pregare ai bambini
Il battesimo “e’ come un compleanno, il battesimo ci fa rinascere alla vita cristiana.Per questo io vi consiglio di insegnare ai vostri figli la data del battesimo”, “che tutti gli anni ringrazino per questa grazia di essere cristiani”. Lo ha detto questa mattina il Papa nell’omelia della messa nella Cappella Sistina rivolgendosi ai genitori dei tredici bambini che oggi sono stati battezzati dallo stesso Pontefice. “Questi bambini che voi portate adesso incominciano la strada ma e’ a voi e ai padrini aiutarli ad andare avanti in quella strada”, “da bambini che imparino la preghiera perche’ la preghiera e’ quello che gli dara’ forza per tutta la vita, nei momenti buoni per ringraziare Dio, nei momenti brutti per trovare la forza”, ha sottolineato il Papa che ha anche invitato a “pregare la Madonna perche’ e’ la nostra madre. La Madonna e’ la mamma e la mamma e’ sempre piu’ vicina del Papa‘”. Poi ha detto ai genitori di non preoccuparsi se i bambini cominceranno a piangere: “Adesso sono tutti zitti ma forse qualcuno dara’ il ‘la’, incomincera’, i bambini sono sinfonici”, “lasciateli gridare, lasciateli piangere, forse qualcuno piange di fame allattateli con tutta liberta’. L’importante e’ che oggi questa celebrazione sia la festa”.