Ritorno alla normalità per le udienze del Papa: oggi, impegnato in diversi incontri, il Pontefice ha letto per intero i discorsi preparati senza richiedere l’ausilio di collaboratori come accaduto negli ultimi giorni. Il respiro è risultato lievemente affannato, ogni tanto si è fermato per qualche colpo di tosse, ma Papa Francesco è arrivato fino in fondo e, come spesso fa, ha aggiunto anche dei pensieri a braccio.
La gioia è la medicina più grande
“La gioia è la medicina più grande: quando una persona perde la capacità di gioia c’è qualcosa di brutto dentro”. Lo ha detto il Papa nell’udienza all’Associazione Nazionale San Paolo Italia. “San Filippo Neri amava ripetere ‘state allegri, state allegri’. I cristiani non possono essere tristi, il Vangelo è gioia, speranza, luce, annuncio di salvezza”, ha aggiunto Papa Francesco.
Tanti conflitti, la diplomazia chiamata a soluzioni
Il Papa ha incontrato i nuovi ambasciatori di Kuwait, Nuova Zelanda, Malawi, Guinea, Svezia e Ciad presso la Santa Sede, ed è tornato a sottolineare l’importanza della diplomazia nella gestione dei conflitti. “Voi cominciate la vostra missione in un momento particolarmente tribolato, segnato dal moltiplicarsi di conflitti armati, in quella che da tempo ho chiamato una terza guerra mondiale combattuta a pezzi. Alla luce della portata globale dei conflitti in corso, la comunità internazionale – ha detto Papa Francesco – si trova a dover affrontare, attraverso gli strumenti pacifici della diplomazia, la sfida della ricerca di soluzioni complessive alle gravi ingiustizie che tanto spesso ne sono causa”. Per affrontare “questa sfida c’è urgente bisogno di una riconfigurazione della diplomazia multilaterale, al fine di dare risposte concrete ai problemi emergenti e di ideare meccanismi globali capaci di far fronte ai cambiamenti ambientali, sanitari, culturali e sociali attualmente in corso”, ha aggiunto richiamando le parole della sua Esortazione apostolica Laudate Deum. “Il nobile e paziente lavoro diplomatico, a cui vi dedicate, deve non solo cercare di prevenire e risolvere i conflitti, ma anche consolidare la pacifica convivenza e lo sviluppo umano dei popoli, favorendo il rispetto della dignità umana, difendendo i diritti inalienabili di ogni uomo, donna e bambino e promuovendo modelli di sviluppo integrale economico e umano”, ha concluso il Papa. “La Santa Sede esprime la sua particolare preoccupazione per il futuro della nostra casa comune, specificamente per gli effetti che il cambiamento climatico e la devastazione degli ambienti naturali possono avere sui membri più vulnerabili della famiglia umana”, ha ribadito il Papa . “La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, Cop28, che in questi giorni si svolge a Dubai e alla quale intendevo essere presente, possa costituire uno storico passo avanti – ha auspicato Papa Francesco – nel rispondere con sapienza e lungimiranza a queste chiare e presenti minacce al bene comune universale”.
L’udienza con i Focolari
Il Papa è di buon umore e oggi, prima dell’udienza con i Focolari, ha salutato la presidente Margaret Karram definendola “cardinalessa”. Papa Francesco ha ricordato anche la provenienza della leader del movimento e ha chiesto di “essere vicini alla sua terra, che soffre tanto in questo momento. Dobbiamo pregare tanto per la Palestina, tanto, è terribile”. Il Papa chiede ai Focolari di continuare ad impegnarsi per la pace: “Oggi, purtroppo, il mondo è ancora dilaniato da molti conflitti e continua ad aver bisogno di artigiani di fraternità e di pace tra gli uomini e tra le nazioni”. “Vi chiedo di essere testimoni e costruttori della pace che Cristo ha realizzato con la sua croce, sconfiggendo l’inimicizia”, ha detto Papa Francesco rivolto al movimento fondato da Chiara Lubich. “Pensate che, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino ad adesso, non sono finite le guerre. E noi non siamo consapevoli del dramma della guerra. Vi faccio una confidenza. Quando sono andato nel 2014 a Redipuglia per il centenario della Prima Guerra – ha ricordato Papa Francesco – , e ho visto quel cimitero, ho pianto, ho pianto. Quanta distruzione! E tutti i 2 novembre vado a celebrare in qualche cimitero, anche l’ultima volta nel Cimitero del Commonwealth, e vedo l’età dei soldati: 22, 24, 18, 30… Tutte vite spezzate. Per la guerra. E la guerra non finisce. E nella guerra tutti perdono, tutti. Soltanto guadagnano i fabbricanti di armi. E se per un anno non si facessero armi, potrebbe finire la fame nel mondo. È terribile questo. Dobbiamo pensare a questo dramma”. Il Papa ha scherzato con i Focolari anche alla fine del suo discorso: “A me piace ricordare sempre che voi siete molto vicini al segreto di Dio, ai quattro segreti di Dio. Dio quattro cose non riesce a capire: non sa quante congregazioni di suore ci sono; cosa pensano i gesuiti; quanti soldi hanno i salesiani; e di che ridono i focolarini!”.
Il messaggio ai missionari
Il Papa sottolinea il suo “vivo apprezzamento” per l’opera dei missionari italiani che promuovono la dignità umana nel mondo. In un messaggio alla Conferenza in corso al ministero degli Affari esteri, inviato dal cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin a nome del Pontefice, si sottolinea il “vivo apprezzamento per la lodevole iniziativa, volta a riflettere sull’opera di evangelizzazione che numerosi figlie e figli della cara nazione italica realizzano nel mondo. Riconoscendo che ancora oggi, in molte zone rurali più remote, la dignità umana viene purtroppo calpestata a causa di egoismi economici e politici, e più che mai urgente che, da buoni samaritani, ci si adoperi nei diversi ambiti per garantire a ciascuno un futuro migliore all’insegna della libertà, della giustizia e della pace”. Il Papa auspica quindi che tale incontro “susciti una rinnovata collaborazione istituzionale, nel solco della lunga e positiva tradizione sinora sperimentata, improntata al rispetto e al confronto costruttivo su talune sfide, al fine di favorire quei sani principi religiosi ed etici che sono le radici comuni ad ogni popolo e cultura per edificare una società solidale e armoniosa”. Nel messaggio il Pontefice ringrazia tutti i missionari che “hanno scelto di donare la propria vita a Cristo nel peculiare servizio ai fratelli più poveri”, “con un pensiero particolare a coloro che si sono spesi coraggiosamente sino all’estremo sacrificio”.