“Oggi in Italia si celebra la giornata per la vita sul tema ‘La forza della vita ci sorprende’, mi unisco ai vescovi italiani nell’auspicare il superamento di visioni ideologiche per riscoprire che ogni vita umana anche quella più segnata dai limiti, ha un valore immenso ed è capace di donare qualcosa agli altri”. Lo ha detto il Papa al termine dell’Angelus in piazza San Pietro.”Invito a pregare per la pace, alla quale il mondo tanto anela, e che oggi più che mai è messa a rischio in molti luoghi. Essa non è una responsabilità di pochi ma dell’intera famiglia umana, cooperiamo tutti a costruirla, con gesti di compassione e di coraggio. Continuiamo a pregare per le popolazioni che soffrono per la guerra, specialmente in Ucraina, Palestina e Israele”, ha continuato.
L’ANGELUS DI OGGI
”Guardiamo al cammino di Gesù e ricordiamoci che il nostro primo lavoro spirituale è questo: abbandonare il Dio che pensiamo di conoscere e convertirci ogni giorno al Dio che Gesù ci presenta nel Vangelo, il Padre dell’amore e della compassione. E quando scopriamo il vero volto del Padre, la nostra fede matura: non restiamo più ‘cristiani da sacrestia’, o ‘da salotto’, ma ci sentiamo chiamati a diventare portatori della speranza e della guarigione di Dio”. Lo ha detto il Papa all’Angelus in piazza San Pietro ”Gesù che va incontro all’umanità ferita ci manifesta il volto del Padre. Può darsi che dentro di noi ci sia ancora l’idea di un Dio distante, freddo, indifferente alla nostra sorte – ha aggiunto il Pontefice – Il Vangelo, invece, ci fa vedere che Gesù, dopo aver insegnato nella sinagoga, esce fuori, perché la Parola che ha predicato possa raggiungere, toccare e guarire le persone. Così facendo ci rivela che Dio non è un padrone distaccato che ci parla dall’alto; al contrario, è un Padre pieno d’amore che si fa vicino, che visita le nostre case, che vuole salvare e liberare, guarire da ogni male del corpo e dello spirito”.
”Dopo questa giornata in movimento, Gesù si ritira in preghiera, per portare tutto e tutti al cuore del Padre; e la preghiera gli dà la forza per tornare nuovamente ai fratelli. Questo incessante camminare di Gesù ci interpella. Possiamo chiederci: abbiamo scoperto il volto di Dio come Padre della misericordia oppure crediamo e annunciamo un Dio freddo e distante? La fede ci mette l’inquietudine del cammino oppure è una consolazione intimista, che ci lascia tranquilli? Preghiamo solo per sentirci in pace oppure la Parola che ascoltiamo e predichiamo fa uscire anche noi, come Gesù, incontro agli altri, per diffondere la consolazione di Dio?” ha detto Papa Francesco.
contro l’odio e la guerra serve tolleranza e fraternità
“L’impatto negativo della distruzione ambientale e del degrado sociale continua a causare immense sofferenze a un vasto numero di nostri fratelli e sorelle in tutto il mondo. Quanto è opportuno, quindi, attirare l’attenzione sui principi che possono guidare l’umanità attraverso le ombre oscure dell’ingiustizia, dell’odio e della guerra verso la luminosità di una comunità mondiale caratterizzata da quei valori che vediamo manifestarsi nei vari sforzi dei vincitori di quest’anno”. Così Papa Francesco nel Messaggio al Segretario Generale del Premio Zayed per la Fratellanza Umana, Mohamed Abdelsalam, in occasione della V edizione del Premio, di cui e’ stata data lettura dal Prefetto del Dicastero per il Dialogo Interreligioso, il cardinale Miguel Angel Ayuso Guixot.
“È incoraggiante vedere che il cammino di dialogo, compagnia e stima reciproca iniziato ad Abu Dhabi cinque anni fa continua a dare i suoi frutti” sostiene Bergoglio, ma “allo stesso tempo non possiamo non riconoscere – aggiunge – gli effetti dell’assenza di solidarietà fraterna avvertiti in modo troppo intenso dagli uomini e dalle donne di tutto il mondo e dal nostro mondo naturale”.
“Lo stesso Premio Zayed – spiega Bergoglio – ci ricorda che ‘senza un’apertura al Padre di tutti, non ci saranno ragioni solide e stabili per un appello alla fraternità… Perché ‘la ragione, da sola, è capace di cogliere l’uguaglianza tra gli uomini’. e di dare stabilità alla loro convivenza civica, ma non può fondare la fraternità” (Fratelli Tutti, 272). La mia preghiera, quindi, affinché tutti coloro che partecipano alla Giornata Internazionale possano essere incoraggiati non solo dall’esempio delle buone opere dei premiati, ma anche dalle intuizioni e dalle credenze religiose che hanno ispirato in loro tale generosità di cuore”.
Rivedi l’Angelus di oggi 3 febbraio.
Foto: Vatican Media