Il commento al Vangelo di oggi, domenica 4 febbraio, di Don Giulio Dellavite.
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, andò nella casa di Pietro e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Pietro era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Al mattino si alzò quando ancora era buio e si ritirò in un luogo deserto e là pregava. Ma Pietro e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò predicando nelle loro sinagoghe, scacciando i demòni.
Il commento al Vangelo
La febbre svuota le forze e paralizza la suocera di Pietro. (*Per fortuna! Avrà detto lui). C’è tra le righe una sfumatura che a noi sfugge: si pensava che ogni malattia fosse causata da un demone. Infatti il testo identifica guarigione e esorcismo. Gesù si accosta, la prende per mano, la rialza. Lei si riaccende. Anche noi abbiamo demoni che ci logorano come febbre e ci rendono ombrosi, scuri, sfiniti, debosciati, spenti. Speriamo tanto in un tocco portatore di luce che ci riaccenda. In latino però “portatore di luce” è “lucifero”. Pericoloso. Si racconta che l’angelo più bello e geniale, tronfio di sé come “satàn/chi si contrappone”, volle fare a meno di Dio. In Netflix si chiama Lucifer Morning-star, stella del mattino, chi usa il buio per splendere e poi si dilegua davanti alla luce. Ci assomiglia. Nell’inferno della Divina Commedia Dante fa questo ritratto: “da mezzo ’l petto uscìa fuor de la ghiaccia”. Ognuno di noi è un piccolo diavolo che preferisce vivere a prescindere da Dio, pensandosi padreterno, ma ritrovandosi col cuore ghiacciato e con “il male di vivere”. Per capire come ritrovare luce ci aiutano due feste popolari che si celebrano in questi giorni: la Candelora e San Biagio. Il 2 febbraio, 40 giorni dopo Natale, si ricorda la presentazione di Gesù al tempio: Maria e Giuseppe rendono grazie a Dio per il figlio. Perciò oggi si celebra la giornata per la vita. Gli anziani Simeone e Anna pregano: “Ora, Signore, possiamo andarcene in pace perché i nostri occhi hanno visto la luce”. La Madonna è colei che in braccio porta la luce (è Candelora): la luce è Gesù. Lei la passa ai due saggi e loro la passano a noi. Così Gesù rialza la suocera e lei riaccende il clima della casa. C’è da scegliere se essere portatori di luce che fanno guarire o Luciferi che fanno ammalare, logorare, sciupare, ghiacciare. Ce lo ricorda San Biagio (il 3) con la benedizione della gola. Non è solo per aver salvato un bambino soffocato da una lisca, altrimenti ogni santo del giorno avrebbe una parte del corpo. Il fatto che sia l’unica benedizione impartita con le candele dice che è questione di luce. L’ombrosità fa mancare il fiato. La gola è un luogo simbolico per decidere se accendersi. Si è Luciferi e non portatori di luce se dalla gola esce fuoco: una parola può oscurare denigrando, rabbuiare situazioni, spegnere sentimenti, incupire reagendo neri di rabbia. Quanto invece una parola gentile può illuminare e rianimare. Si è Luciferi e non portatori di luce se ci si prende per la gola sbottando irosi, giudicando senza ascolto e senza pazienza. Quanto invece una carezza può illuminare prendendosi cura. Si è Luciferi e non portatori di luce se si attacca la giugulare con atteggiamenti possessivi, ossessivi, compulsivi, gelosi, invidiosi; tipico di chi risucchia, morde e non molla. Quanto invece un farsi accanto può illuminare condividendo. Per laringiti, faringiti, tracheiti meglio il farmacista del Santo. Per la febbre che logora l’anima, per il demone che ghiaccia il cuore, per il soffocare chi e cosa ci va di traverso, la cura è farsi prendere per mano da Dio e da chi ama. Scatta una scintilla che rende luminosi e ci si sente bene e che rende illuminati portatori di luce e fa riaccende il bene.