“Un cristiano senza coraggio, che non piega al bene la propria forza, che non dà fastidio a nessuno, è un cristiano inutile”. Sono le parole pronunciate da Papa Francesco nel corso dell’Udienza Generale che si è svolta in Piazza San Pietro. La catechesi di oggi era dedicata alla terza delle virtù cardinali, la fortezza. “La più ‘combattiva’ delle virtù – ha detto il Pontefice -.
La fortezza
“Se la prima delle virtù cardinali, vale a dire la prudenza, era soprattutto associata alla ragione dell’uomo; e mentre la giustizia trovava la sua dimora nella volontà; questa terza virtù, la fortezza, è spesso legata dagli autori scolastici a ciò che gli antichi chiamavano ‘appetito irascibile'”. “Il pensiero antico non ha immaginato un uomo senza passioni: sarebbe un sasso – ha spiegato Francesco -. E non è detto che le passioni siano necessariamente il residuo di un peccato; però esse vanno educate, indirizzate, purificate con l’acqua del Battesimo, o meglio con il fuoco dello Spirito Santo”.
I nemici interni da sconfiggere
Il Papa ha raccontato “una descrizione esistenziale di questa virtù così importante che ci aiuta a portare frutto nella vita”. “Gli antichi – ha ricordato – riconoscevano nella virtù della fortezza un duplice andamento, uno passivo, l’altro attivo”. “Il primo è rivolto dentro noi stessi – ha proseguito -. Ci sono nemici interni che dobbiamo sconfiggere, che vanno sotto il nome di ansia, di angoscia, di paura, di colpa: tutte forze che si agitano nel nostro intimo e che in qualche situazione ci paralizzano. Quanti lottatori soccombono prima ancora di iniziare la sfida!”. “La fortezza è una vittoria anzitutto contro noi stessi – ha osservato -. La maggior parte delle paure che nascono in noi sono irrealistiche, e non si avverano per nulla”.
“E poi c’è il secondo movimento della virtù della fortezza, questa volta di natura più attiva – ha continuato -. Oltre alle prove interne, ci sono nemici esterni, che sono le prove della vita, le persecuzioni, le difficoltà che non ci aspettavamo e che ci sorprendono”. Infatti, “noi possiamo tentare di prevedere quello che ci capiterà, ma in larga parte la realtà è fatta di avvenimenti imponderabili, e in questo mare qualche volta la nostra barca viene sballottata dalle onde. La fortezza allora ci fa essere marinai resistenti, che non si spaventano e non si scoraggiano. La fortezza è una virtù fondamentale perché prende sul serio la sfida del male nel mondo”.
Un no secco
Per il Papa, “basta sfogliare un libro di storia, o purtroppo anche i giornali, per scoprire le nefandezze di cui siamo un po’ vittime e un po’ protagonisti: guerre, violenze, schiavitù, oppressione dei poveri, ferite mai sanate che ancora sanguinano”. “La virtù della fortezza ci fa reagire e gridare un ‘no’ secco a tutto questo – ha detto -. Nel nostro confortevole Occidente, che ha un po’ annacquato tutto, che ha trasformato il cammino di perfezione in un semplice sviluppo organico, che non ha bisogno di lotte perché tutto gli appare uguale, avvertiamo talvolta una sana nostalgia dei profeti. Ma sono molto rare le persone scomode e visionarie”. Per Francesco, “c’è bisogno di qualcuno che ci scalzi dal posto soffice in cui ci siamo adagiati e ci faccia ripetere in maniera risoluta il nostro ‘no’ al male e a tutto ciò che conduce all’indifferenza”.
L’alluvione in Kazakistan
“Desidero trasmettere al popolo del Kazakistan la mia vicinanza spirituale in questo momento, in cui una massiccia alluvione ha colpito molte regioni del Paese e ha causato l’evacuazione di migliaia di persone dalle loro case”, ha detto ancora il Santo Padre ai pellegrini di lingua inglese. “Invito tutti a pregare per tutti coloro che stanno subendo gli effetti di questo disastro naturale”, ha concluso Papa Francesco.
Rivedi l’Udienza Generale di oggi 10 aprile.
Foto: Vatican Media