Sono 45mila i fedeli a Piazza San Pietro che hanno partecipato alla 10.00 di questa mattina Pasquale alla messa di Pasqua presiededuta da Papa Francesco. Dopo la messa, celebrata dal Cardinal Giovanni Battista Re, lungo giro in papamobile per il Pontefice in Piazza San Pietro. Dopo aver salutato i fedeli in piazza è arrivato su via della Conciliazione. Grande entusiasmo dei fedeli che gli hanno gridano gli auguri di ‘Buona Pasqua’. Dopo questo lungo giro il Papa ha recitato l’Angelus
L’Angelus
In occasione del messaggio di pace di Pasqua e della benedizione Urbi et Orbi, Papa Francesco si è affacciato dalla Loggia Centrale della Basilica con un cardinale 94enne simbolo della libertà religiosa. Si tratta del cardinale Ernest Simoni, porporato anti-comunista, che fu arrestato in Albania nel 1963 e subì ventisette anni di persecuzioni.
Il Messaggio
Nuovo appello del Papa per la pace in Ucraina. “Aiuta l’amato popolo ucraino – ha pregato Francesco nell’Urbi et Orbi – nel cammino verso la pace, ed effondi la luce pasquale sul popolo russo. Conforta i feriti e quanti hanno perso i propri cari a causa della guerra e fa’ che i prigionieri possano tornare sani e salvi alle loro famiglie. Apri i cuori dell’intera comunità internazionale perché si adoperi a porre fine a questa guerra e a tutti i conflitti che insanguinano il mondo”. “In questo giorno ti affidiamo, Signore, la città di Gerusalemme, prima testimone della tua risurrezione. Manifesto viva preoccupazione per gli attacchi di questi ultimi giorni che minacciano l’auspicato clima di fiducia e di rispetto reciproco, necessario per riprendere il dialogo tra Israeliani e Palestinesi, così che la pace regni nella Città Santa e in tutta la regione”.
La pace
Papa Francesco, nel messaggio Urbi et Orbi, ha attraversato tutti i Paesi del pianeta che in questo momento soffrono guerre, povertà, devastazioni. Lancia un appello a tutta la comunità internazionale “perché si adoperi a porre fine a questa guerra – ha detto riferendosi all’Ucraina – e a tutti i conflitti che insanguinano il mondo, a partire dalla Siria, che attende ancora la pace. Sostieni quanti sono stati colpiti dal violento terremoto in Turchia e nella stessa Siria. Preghiamo per quanti hanno perso familiari e amici e sono rimasti senza casa: possano ricevere conforto da Dio e aiuto dalla famiglia delle nazioni”, ha aggiunto. Poi il Pontefice ha citato il Libano “ancora in cerca di stabilità e unità”, e la Tunisia con un pensiero ai “giovani e a coloro che soffrono a causa dei problemi sociali ed economici”.
“Volgi il tuo sguardo ad Haiti, che sta soffrendo da diversi anni una grave crisi socio-politica e umanitaria”, ha proseguito Francesco. “Consolida i processi di pace e riconciliazione intrapresi in Etiopia e in Sud Sudan, e fa’ che cessino le violenze nella Repubblica Democratica del Congo” ha detto.
Le comunità cristiane
“Sostieni, Signore, le comunità cristiane che oggi celebrano la Pasqua in circostanze particolari, come in Nicaragua e in Eritrea – ha pregato Papa Francesco -, e ricordati di tutti coloro a cui è impedito di professare liberamente e pubblicamente la propria fede. Dona conforto alle vittime del terrorismo internazionale, specialmente in Burkina Faso, Mali, Mozambico e Nigeria”. Nel cuore anche il Myanmar affinché possa “percorrere vie di pace e illumina i cuori dei responsabili perché i martoriati Rohingya trovino giustizia”. “Conforta i rifugiati, i deportati, i prigionieri politici e i migranti, specialmente i più vulnerabili, nonché tutti coloro che soffrono la fame, la povertà e i nefasti effetti del narcotraffico, della tratta di persone e di ogni forma di schiavitù”. E’ la preghiera del Papa nel giorno di Pasqua. “Ispira, Signore, i responsabili delle nazioni, perché nessun uomo o donna sia discriminato e calpestato nella sua dignità; perché nel pieno rispetto dei diritti umani e della democrazia si risanino queste piaghe sociali, si cerchi sempre e solo il bene comune dei cittadini, si garantisca la sicurezza e le condizioni necessarie per il dialogo e la convivenza pacifica”, ha concluso nella benedizione Urbi et Orbi.