Papa Francesco invoca la pace e torna a chiedere di non lasciarsi contagiare dalla “logica della guerra” perche’ la speranza e’ “in Dio, il cui nome e’ Pace”. “La pace – ha sottolineato il Pontefice a conclusione dell’evento di Sant’Egidio ‘Il grido della pace’ che si è svolto al Colosseo – e’ dono suo e l’abbiamo invocata da Lui. Ma questo dono dev’essere accolto e coltivato da noi uomini e donne, specialmente da noi credenti.
Non lasciarsi contagiare dalla logica perversa della guerra
Per favore, non lasciamoci contagiare dalla logica perversa della guerra; non cadiamo nella trappola dell’odio per il nemico. Rimettiamo la pace al cuore della visione del futuro – e’ l’appello del Papa -, come obiettivo centrale del nostro agire personale, sociale e politico, a tutti i livelli. Disinneschiamo i conflitti con l’arma del dialogo”.”L’invocazione della pace non puo’ essere soppressa: sale dal cuore delle madri, e’ scritta sui volti dei profughi, delle famiglie in fuga, dei feriti o dei morenti. E questo grido silenzioso sale al Cielo. Non conosce formule magiche per uscire dai conflitti, ma ha il diritto sacrosanto di chiedere pace in nome delle sofferenze patite, e merita ascolto. Merita che tutti, a partire dai governanti, si chinino ad ascoltare con serieta’ e rispetto”.
I governanti si inchinino ad ascoltare il grido di pace
“Il grido della pace esprime il dolore e l’orrore della guerra, madre di tutte le poverta’”. Lo ha detto il Papa intervenendo all’evento organizzato dalla Comunita’ di Sant’Egidio.Il Papa torna a dire che le fedi non possono essere strumentalizzate dalla guerra e “solo la pace e’ santa”. “Un anno fa, incontrandoci proprio qui, davanti al Colosseo – ha ricordato PapaFrancesco -, lanciammo un appello, oggi ancora piu’ attuale: ‘Le Religioni non possono essere utilizzate per la guerra. Solo la pace e’ santa e nessuno usi il nome di Dio per benedire il terrore e la violenza. Se vedete intorno a voi le guerre, non rassegnatevi! I popoli desiderano la pace'”.
Papa Francesco cita Giovanni XXIII
Papa Francesco cita Giovanni XXIII che nell’ottobre 1962, mentre sembravano vicini uno scontro militare e una deflagrazione nucleare, fece questo appello: “Noi supplichiamo tutti i governanti a non restare sordi a questo grido dell’umanita’”.
“Sessant’anni dopo, queste parole suonano di impressionante attualita’. Le faccio mie. Non siamo neutrali, ma schierati per la pace. Percio’ invochiamo lo ius pacis come diritto di tutti a comporre i conflitti senza violenza” ha sottolineato Papa Francesco parlando al Colosseo all’evento ‘Il grido della pace’. Il Pontefice e’ stato piu’ volte interrotto da applausi.
L’uso di armi atomiche è continuato dopo Hiroshima e Nagasaki
“Oggi, si sta verificando quello che si temeva e che mai avremmo voluto ascoltare: che cioè l’uso delle armi atomiche, che colpevolmente dopo Hiroshima e Nagasaki si è continuato a produrre e sperimentare, viene ora apertamente minacciato” . E’ la forte denuncia del Papa nel suo discorso in occasione dell’incontro interreligioso, al Colosseo, organizzato da Sant’Egidio. Il tono del Papa è grave: “In questo scenario oscuro, dove purtroppo i disegni dei potenti della terra non danno affidamento alle giuste aspirazioni dei popoli, non muta, per nostra salvezza, il disegno di Dio, che è ‘un progetto di pace e non di sventura’”.
Papa Francesco invoca la pace
Bergoglio invoca la pace: “Ma l’invocazione della pace non può essere soppressa: sale dal cuore delle madri, è scritta sui volti dei profughi, delle famiglie in fuga, dei feriti o dei morenti. E questo grido silenzioso sale al Cielo. Non conosce formule magiche per uscire dai conflitti, ma ha il diritto sacrosanto di chiedere pace in nome delle sofferenze patite, e merita ascolto. Merita che tutti, a partire dai governanti, si chinino ad ascoltare con serietà e rispetto. Il grido della pace esprime il dolore e l’orrore della guerra, madre di tutte le povertà”. Il Pontefice cita la Fratelli tutti: “‘Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato. La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male’. Sono convinzioni che scaturiscono dalle lezioni dolorosissime del secolo Ventesimo, e purtroppo anche di questa prima parte del Ventunesimo”.