Il Papa in Bahrein. “Oggi assistiamo, ogni giorno di più, ad azioni e minacce di morte. Penso, in particolare, alla realtà mostruosa e insensata della guerra, che ovunque semina distruzione e sradica speranza. Nella guerra emerge il lato peggiore dell’uomo: egoismo, violenza e menzogna. Sì, perché la guerra, ogni guerra, rappresenta anche la morte della verità”. Il Papa dal Bahrein invoca la pace in tutti i Paesi teatro di conflitti.
Rifiutare la logica delle armi
“Rifiutiamo la logica delle armi e invertiamo la rotta, tramutando le ingenti spese militari in investimenti per combattere la fame, la mancanza di cure sanitarie e di istruzione”, l’accorato appello del Pontefice. Bergoglio ha nel cuore “il dolore per tante situazioni di conflitto. Guardando alla Penisola arabica, i cui Paesi desidero salutare con cordialità e rispetto, rivolgo un pensiero speciale e accorato allo Yemen, martoriato da una guerra dimenticata che, come ogni guerra, non porta a nessuna vittoria, ma solo a cocenti sconfitte per tutti. Porto nella preghiera soprattutto i civili, i bambini, gli anziani, i malati e imploro: tacciano le armi, – ripete il Papa per tre volte – impegniamoci ovunque e davvero per la pace!”
Il Papa in Bahrein
Bergoglio ricorda che “la Dichiarazione del Regno del Bahrein riconosce, a tale proposito, che la fede religiosa è ‘una benedizione per tutto il genere umano’, il fondamento ‘per la pace nel mondo’. Sono qui da credente, da cristiano, da uomo e pellegrino di pace, perché oggi come mai siamo chiamati, dappertutto, a impegnarci seriamente per la pace. Maestà, Altezze Reali, Autorità, Amici, faccio dunque mio e condivido con voi, quale auspicio per questi desiderati giorni di visita nel Regno del Bahrein, un bel passaggio della stessa Dichiarazione: ‘Ci impegniamo a lavorare per un mondo dove le persone dal credo sincero si uniscono tra di loro per ripudiare ciò che ci divide ed avvicinare invece ciò che ci unisce'”.
La Cop27 in Egitto
“Non stanchiamoci di adoperarci per questa drammatica urgenza, ponendo in essere scelte concrete e lungimiranti, intraprese pensando alle giovani generazioni, prima che sia troppo tardi e si comprometta il loro futuro! La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop27), che avrà luogo in Egitto tra pochi giorni, sia un passo in avanti in tal senso!”, ammonisce il Papa nel suo discorso davanti alle autorità del Bahrein pensando all’emergenza climatica.
L’insaziabile avidità dell’uomo
“Quanti alberi vengono abbattuti, quanti ecosistemi devastati, quanti mari inquinati dall’insaziabile avidità dell’uomo, che poi gli si ritorce contro!”, dice Bergoglio” I diritti umani fondamentali non vengano violati, ma promossi. Penso anzitutto al diritto alla vita, alla necessità di garantirlo sempre, anche nei riguardi di chi viene punito, la cui esistenza non può essere eliminata”. Lo ammonisce il Papa, in Bahrein, nel suo intervento davanti alle Autorità.
Incoraggiare la convivenza pacifica
Nel suo primo discorso, Bergoglio incoraggia la convivenza pacifica: “Pensiamo all’albero della vita e negli aridi deserti della convivenza umana distribuiamo l’acqua della fraternità: non lasciamo evaporare la possibilità dell’incontro tra civiltà, religioni e culture, non permettiamo che secchino le radici dell’umano! Lavoriamo insieme, lavoriamo per l’insieme, per la speranza! Sono qui, nella terra dell’albero della vita, come seminatore di pace, per vivere giorni di incontro, per partecipare a un Forum di dialogo tra Oriente e Occidente per la pacifica convivenza umana. Ringrazio da ora i compagni di viaggio, in modo speciale i Rappresentanti religiosi.
Questi giorni segnano una tappa preziosa nel percorso di amicizia intensificatosi negli ultimi anni con vari capi religiosi islamici: un cammino fraterno che, sotto lo sguardo del Cielo, vuole favorire la pace in Terra”.
Riconoscere ad ogni gruppo pari dignità
Bergoglio esprime dunque “apprezzamento per le conferenze internazionali e per le opportunità d’incontro che questo Regno organizza e favorisce, mettendo specialmente a tema il rispetto, la tolleranza e la libertà religiosa. Sono temi essenziali, riconosciuti dalla Costituzione del Paese, la quale stabilisce che ‘non vi deve essere alcuna discriminazione in base al sesso, alla provenienza, alla lingua, alla religione o al credo’, che ‘la libertà di coscienza è assoluta” e che “lo Stato tutela l’inviolabilità del culto’. Sono, soprattutto, impegni da tradurre costantemente in pratica, perché la libertà religiosa diventi piena e non si limiti alla libertà di culto;
perché uguale dignità e pari opportunità siano concretamente riconosciute ad ogni gruppo e ad ogni persona; perché non vi siano discriminazioni e i diritti umani fondamentali non vengano violati, ma promossi”.
La crisi lavorativa mondiale
Il Papa, dal Bahrein, terra “attraente per le opportunità lavorative che offre”, richiama l’emergenza della crisi lavorativa mondiale. “Non si può però dimenticare che nei nostri tempi c’è ancora troppa mancanza di lavoro, e troppo lavoro disumanizzante: ciò non comporta solo gravi rischi di instabilità sociale, ma rappresenta un attentato alla dignità umana”, denuncia il Papa parlando alle Autorità.
Il lavoro è indispensabile per sviluppare se stessi
“Il lavoro, infatti, – osserva – non è solo necessario per guadagnarsi da vivere, è un diritto indispensabile per sviluppare integralmente sé stessi e per plasmare una società a misura d’uomo”. Ma, dice Bergoglio, “il lavoro, prezioso come il pane, manca; sovente, è pane avvelenato, perché schiavizza. In entrambi i casi al centro non c’è più l’uomo, che da fine sacro e inviolabile del lavoro viene ridotto a mezzo per produrre denaro. Siano perciò ovunque garantite condizioni lavorative sicure e degne dell’uomo, che non impediscano, ma favoriscano la vita culturale e spirituale; che promuovano la coesione sociale, a vantaggio della vita comune e dello sviluppo stesso dei Paesi”.
Il Bahrein sia faro nel promuovere i diritti
Ricorda il Pontefice che “il Bahrein vanta preziose acquisizioni in tal senso: penso, ad esempio, alla prima scuola femminile sorta nel Golfo e all’abolizione della schiavitù”. Da qui il monito affinché sia “faro nel promuovere in tutta l’area diritti e condizioni eque e sempre migliori per i lavoratori, le donne e i giovani, garantendo in pari tempo rispetto e attenzione per quanti si sentono più ai margini della società, come gli emigrati e i detenuti: lo sviluppo vero, umano, integrale si misura soprattutto dall’attenzione nei loro riguardi”.