Si chiama ‘Iran W’ l’opera che lo street artist romano Harry Greb ha realizzato nelle scorse ore su via Nomentana, all’altezza dell’ambasciata iraniana, a Roma. Il titolo, spiega lo stesso Harry Greb, fa riferimento al moto di proteste che la morte di Masha Amini, avvenuta circa 45 giorni fa, ha creato in tutto il mondo partendo dall’Iran, dove ogni giorno vengono negati i diritti fondamentali.
Il burka e le sbarre
Nell’artwork si vede il burka che simbolicamente viene rappresentato con delle sbarre rotte da dove esce una colomba simbolo di pace con il volto di Masha Amini come emblema di una libertà mai avuta. “Libertà- dice infine l’artista- che campeggia sopra la donna, simbolicamente scritta al contrario come segno di protesta”.
La storia di Masha
Masha Amini aveva 22 anni. Era originaria del Kurdistan iraniano.
All’inizio di settembre, con i suoi genitori e suo fratello, aveva deciso di trascorrere qualche giorno di vacanza a Teheran. La sera del 13 settembre stava passeggiando per strada con la sua famiglia. Indossava lo hijab, come imposto dal 1979 dalla legge islamica in Iran.
La ciocca di capelli
Una ciocca dei suoi lunghi capelli neri, probabilmente, le è scivolata fuori dal velo e questo è stato sufficiente perché la polizia decidesse di arrestarla e di condurla al comando per una “lezione di rieducazione” su come indossare correttamente il velo. Suo fratello Kiarash è stato ad aspettarla fuori dall’edificio per molte ore. Poi ha sentito delle grida provenire dall’interno.
Da quella caserma Masha è uscita in un’ambulanza, che l’ha trasportata all’ospedale più vicino, dove è stata dichiarata morta dopo tre giorni di coma.
L’inchiesta sull’accaduto
Sull’accaduto è stata aperta un’inchiesta, richiesta a gran voce anche da Amnesty Internazional.
Subito dopo i funerali di Masha sono iniziate le proteste di piazza, che purtroppo in alcuni casi sono sfociate in violenti scontri. In altri casi la protesta è stata più pacifica e simbolica: centinaia di donne hanno deciso di affrontare il regime islamico bruciando in piazza il loro hijab e tagliando i propri capelli, pubblicando il video sui loro profili social e condividendo così un’infinità di clip per sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale sulle vessazioni che ogni giorno sono costrette a vivere.
Masha è un simbolo
Nel paese è il primo sollevamento popolare.Forse finalmente il regime iraniano sarà messo di fronte a tutte le sue fragilità e contraddizioni. La polizia respinge ogni accusa di maltrattamento, parlando semplicemente di “uno sfortunato incidente”. Secondo le autorità la ragazza sarebbe morta di infarto. Masha è diventata un simbolo, per tutte le donne che ogni giorno lottano contro un regime che víola i loro più elementari diritti.