“La preghiera è la medicina della fede, il ricostituente dell’anima”. Lo afferma il Papa prima dell’Angelus, affacciandosi dalla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano davanti ai fedeli e ai pellegrini riuniti in Piazza San Pietro.
Le parole di Papa Francesco
“Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Il Vangelo della Liturgia odierna si conclude con una domanda preoccupata di Gesù: ‘Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?’. Come a dire: quando verrò alla fine della storia, ma, possiamo pensare, anche ora, in questo momento della vita, troverò un po’ fede in voi, nel vostro mondo? È una domanda seria – sottolinea il Papa – Immaginiamo che il Signore venga oggi sulla terra: vedrebbe, purtroppo, tante guerre, povertà e disuguaglianze, e al tempo stesso grandi conquiste della tecnica, mezzi moderni e gente che va sempre di corsa, senza fermarsi mai; ma troverebbe chi gli dedica tempo e affetto, chi lo mette al primo posto? E soprattutto chiediamoci: che cosa troverebbe in me, nella mia vita, nel mio cuore? Quali priorità vedrebbe?”.
Il rimedio? La preghiera
“Noi, spesso, ci concentriamo su tante cose urgenti ma non necessarie, ci occupiamo e ci preoccupiamo di molte realtà secondarie; e magari, senza accorgerci, trascuriamo quello che più conta e lasciamo che il nostro amore per Dio si raffreddi – sottolinea il Papa – Oggi Gesù ci offre il rimedio per riscaldare una fede intiepidita. Qual è? La preghiera. Sì, la preghiera è la medicina della fede, il ricostituente dell’anima. Bisogna, però, che sia una preghiera costante”.
Osservare la cura
“Se dobbiamo seguire una cura per stare meglio, è importante osservarla bene, assumere i farmaci nei modi e nei tempi dovuti, con costanza e regolarità. In tutto nella vita c’è bisogno di questo – continua il pontefice – Pensiamo a una pianta che teniamo in casa: dobbiamo nutrirla con costanza, non possiamo inzupparla e poi lasciarla senz’acqua per settimane!”.
L’ acqua quotidiana della preghiera
“A maggior ragione per la preghiera: non si può vivere solo di momenti forti o di incontri intensi ogni tanto per poi ‘entrare in letargo’. La nostra fede si seccherà – conclude – C’è bisogno dell’acqua quotidiana della preghiera, di un tempo dedicato a Dio, in modo che Lui possa entrare nel nostro tempo; di momenti costanti in cui gli apriamo il cuore, così che Egli possa riversare in noi ogni giorno amore, pace, gioia, forza, speranza; nutrire, cioè, la nostra fede”.”Chiedo in nome di Dio che si metta fine alla follia crudele della guerra”.
Fermate la guerra in nome di Dio
E’ l’appello di Papa Francesco nel libro ‘Vi chiedo in nome di Dio’, di cui La Stampa anticipa un brano. “La sua persistenza tra noi”, scrive, e’ “il vero fallimento della politica”. La guerra in Ucraina “ha messo le coscienze di milioni di persone del centro dell’Occidente davanti alla cruda realta’ di una tragedia umanitaria che gia’ esisteva da tempo” e “ci ha mostrato la malvagita’ dell’orrore bellico”. “Non esiste – invita a riflettere il Papa – occasione in cui una guerra si possa considerare giusta. Non c’e’ mai posto per la barbarie bellica”.