“Il lavoro attraversa una fase di trasformazione che va accompagnata. Le disuguaglianze sociali, le forme di schiavitu’ e di sfruttamento, le poverta’ familiari a causa della mancanza di lavoro o di un lavoro mal retribuito sono realta’ che devono trovare ascolto nei nostri ambienti ecclesiali. Esorto a tenere mente e cuore aperti ai lavoratori, soprattutto se poveri e indifesi”.
Nessuno sia escluso dal lavoro
“Nessuno deve sentirsi escluso dal lavoro. Non manchi il vostro impegno per promuovere il lavoro femminile, per favorire l’ingresso dei giovani nel lavoro, con contratti dignitosi e non da fame”. Cosi’ Papa Francesco al Movimento cristiano lavoratori. “Per favore cacciate via ogni forma di sfruttamento”. Lo ha chiesto con una significativa aggiunta a braccio al discorso scritto, papa Francesco nel corso dell’udienza al Movimento cristiano lavoratori. La parola “sfruttamento” e’ stata aggiunta a braccio due volte dal papa che ha anche detto in proposito: “Diciamo le cose col loro nome”, suscitando l’applauso dell’aula.
E’ tempo di seminare
“E’ tempo di seminare nuovamente – ha esortato Francesco rivolgendosi ai membri del Movimento che compie cinquanta anni -. Ce lo impone la difficile stagione che stiamo vivendo. La pandemia e la guerra hanno reso il clima sociale piu’ cupo e pessimistico. Questo vi chiama ad essere seminatori di speranza. Cominciando da voi stessi, dal vostro tessuto associativo: che le vostre porte siano aperte; che i giovani si sentano non solo ospiti, ma protagonisti, con la loro capacita’ di immaginare una societa’ diversa”. “Vorrei proporvi – ha continuato il Pontefice – anche un impegno specifico sul tema del lavoro. Siete movimento di lavoratori, e potete contribuire a portare le loro preoccupazioni all’interno della comunita’ cristiana. E’ importante che i lavoratori siano di casa nelle parrocchie, nelle associazioni, nei gruppi e nei movimenti; che i loro problemi siano presi sul serio; che la loro richiesta di solidarieta’ possa essere ascoltata”.
Fare sempre meglio
“So che fate riferimento alla dottrina sociale della Chiesa – ha proseguito -: vi esorto a farlo ancora e, se possibile, sempre meglio. I principi di solidarieta’ e sussidiarieta’, correttamente coniugati, sono alla base di una societa’ che include, non scarta nessuno e favorisce la partecipazione. Senza la sussidiarieta’ non c’e’ vera solidarieta’, perche’ si rischia di non dare voce alle capacita’, ai talenti che fioriscono nei corpi intermedi. Le famiglie, le cooperative, le imprese, le associazioni sono il tessuto vivo della societa’. Dare loro spazio e voce significa liberare energie perche’ il bene comune sia frutto dell’impegno e della solidarieta’ tra tutti”. “L’Enciclica Fratelli tutti – ha concluso Francesco – ricorda che ‘grazie a Dio tante aggregazioni e organizzazioni della societa’ civile aiutano a compensare le debolezze della Comunita’ internazionale, la sua mancanza di coordinamento in situazioni complesse, la sua carenza di attenzione rispetto a diritti umani fondamentali e a situazioni molto critiche di alcuni gruppi. Cosi’ acquista un’espressione concreta il principio di sussidiarieta’, che garantisce la partecipazione e l’azione delle comunita’ e organizzazioni di livello minore, le quali integrano in modo complementare l’azione dello Stato’. Questa terza guerra mondiale in corso ci fa consapevoli che il rinnovamento nasce dal basso, dove si vivono le relazioni con solidarieta’ e fiducia. Non lasciamoci rubare il coraggio di nuovi inizi di riconciliazione e di fraternita’”.