Preoccupazione per quanto accaduto “così rapidamente” in Siria, dove un regime che sembrava così solido è stato “spazzato via”. La speranza è che chi subentrerà al potere possa creare “un regime rispettoso di tutti”. Sono i sentimenti che il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, esprime guardando alla Siria, dopo la caduta del presidente Assad per mano dei ribelli e mentre è in corso oggi a Damasco, nel palazzo del governo, la riunione per formare il nuovo governo di transizione.
Il cardinale è a Milano per un incontro all’Università Cattolica del Sacro Cuore dal titolo “Studi per il dialogo. Premio di ricerca Al Issa per gli studi arabo islamici”, durante il quale sarà presentato il grant di ricerca promosso dal segretario generale della Lega musulmana mondiale Muhammad Al-Issa, destinato a giovani ricercatori, per studi volti ad approfondire il tema della cultura arabo-islamica.
In Siria avvenuto tutto rapidamente
“Una buona occasione per continuare a costruire ponti” con il mondo musulmano, commenta Parolin con i cronisti che, a margine dell’evento, lo interpellano sull’attualità del mondo. In primis gli sconvolgimenti delle ultime 72 ore in Siria. “Credo che tutti siamo preoccupati di quello che sta accadendo in Siria anche per la rapidità con cui si sono svolti questi avvenimenti. È difficile capire cosa stia succedendo”, sottolinea il segretario di Stato vaticano. “A me fa impressione che un regime che sembrava così forte, così solido, nel giro di poco tempo sia stato, completamente spazzato via”.
Un regime aperto e rispettoso di tutti
Parolin invita alla prudenza: “Vediamo adesso quali scenari si aprono… Forse è un po’ prematuro anticipare”, dice, sottolineando che “abbiamo avuto qualche anticipazione sul rispetto delle comunità cristiane, quindi noi speriamo davvero che ci possa essere un futuro di rispetto per tutti”. L’auspicio “è che anche quelli che subentrano cerchino di creare un regime aperto a tutti e rispettoso di tutti”.
L’azione della Santa Sede
La Santa Sede prosegue intanto la sua opera di dialogo e diplomazia, pur non avendo “ruoli formali”, chiarisce il cardinale. In Ucraina, ad esempio, “non è stato avviato nessun tipo di negoziato formale, però approfittiamo di tutte le situazioni per cercare condizioni che permettano di avviare un dialogo e risolvere un problema nel senso del cessate il fuoco, nel senso della liberazione degli ostaggi in Medio Oriente, nel senso degli aiuti umanitari ecc. Questi sono tutti gli ambiti su cui ci stiamo muovendo”.
L’importanza del dialogo
Tra le priorità, come sempre, c’è il dialogo. E l’evento alla Cattolica è un’occasione per rinsaldare i ponti tra culture religiose differenti ma che condividono la vita dell’uomo contemporaneo. “Un’occasione opportuna”, evidenzia Parolin: “Mi fa molto piacere che una istituzione come l’Università Cattolica si sia fatta promotrice di questa iniziativa che permette di capirsi, di approfondire la reciproca conoscenza e la reciproca collaborazione”. “Credo – conclude il cardinale – che oggi la sfida è proprio quella di collaborare insieme per dare una risposta alle tante problematiche e difficoltà che il mondo si trova a vivere. C’è bisogno di recuperare sinergia, c’è bisogno di recuperare cooperazione”.
Gli appuntamenti del cardinale a Milano
Parolin è intervenuto al convegno alla Cattolica insieme al rettore Elena Beccalli, rpesenti anche Muhammad Al Issa e Wael Farouq, professore associato di lingua e letteratura araba dell’ateneo. In tarda mattinata il porporato celerera la Messa in vista di Natale, poi nel pomeriggio, ancora a Milano, parteciperà alle 16 alla presentazione del libro Per una nuova economia della rettrice Beccalli che esplora i limiti del paradigma economico attuale e propone un nuovo modello basato su etica, fiducia e cooperazione. All’incontro ci sarà il saluto dell’arcivescovo del capoluogo lombardo, Mario Delpini; vi prenderà parte all’incontro, tra gli altri, Alberto Quadrio Curzio presidente emerito dell’Accademia dei Lincei. (Vatican News).