Secondo il libro della Genesi, l’asino e il bue del presepe ci hanno preceduto nell’ordine della creazione. Sono i primi a invitarci ad aspettare la nascita di Gesù di Nazareth.
L’asino e il bue
Questa settimana ho intrapreso l’installazione del presepe comunitario. Senza pensare, ho iniziato con l’asino e il bue. Per un motivo puramente pratico, poiché il loro posto è in fondo alla stalla. Fermandomi poi qualche istante prima di andare oltre, mi sono reso conto che questo primato significava una realtà di cui non avevo misurato la portata finora: gli animali ci precedono nel presepe.
Gli animali ci hanno preceduto nella creazione
A pensarci bene, non c’è niente di sorprendente in questo poiché, secondo il racconto del libro della Genesi, ci hanno preceduto nell’ordine della creazione. Inoltre, è all’asino e al bue che si deve la tradizione del presepe, che fa eco a queste righe che aprono quasi il libro del profeta Isaia: “Il bue conosce il suo possessore, e l’asino il presepe del suo padrone, Israele non conosce, il mio popolo non capisce” (1, 3). Solo per questo, meritano un trattamento di favore.
La lezione di San Francesco d’Assisi
Ma c’è di più. Primi arrivati al presepe, l’asino e il bue manifestano che anche loro sono in attesa del loro Creatore e Salvatore. Con la loro semplice presenza intorno a una mangiatoia ancora vuota, dicono l’aspirazione di tutta la creazione alla salvezza (cfr. Rm 8, 18-23). Francesco d’Assisi, l’inventore del presepe, lo aveva capito bene, lui che considerava tutte le creature come fratelli e sorelle. Fratello bue e fratello asino, quindi grazie per la loro discreta presenza in fondo alla stalla. Grazie per essere i primi a invitarci ad aspettare chi è, chi era e chi viene. Grazie per averci fatto capire che l’avvento del bambino Dio avrà un impatto cosmico. Che tu possa essere rapidamente raggiunto da un numero sempre maggiore di creature, umane o meno.
Domenique Grenier per La Croix