“Cos’altro deve succedere per capire che ormai da troppo tempo abbiamo imboccato (e stiamo percorrendo) la strada peggiore? Quello che e’ successo a Sebastian Galassi, 26 anni, e alla sua famiglia non e’ soltanto una disgrazia con epilogo ancor piu’ tragico ma l’icona perfetta della condizione perversa che siamo stati capaci di stabilire anche nei rapporti di lavoro”. E’ quanto sostiene oggi il movimento cattolico Pax Christi sulla sua rivista Mosaico di Pace, nelle parole di don Tonino Bello.
Il rider licenziato da morto
“Sebastian, che lavorava nelle consegne a domicilio per conto di Glovo, muore mentre svolgendo il suo lavoro di rider la sua moto si scontra frontalmente con un suv – scrive don Tonio Dell’Olio in un commento dal titolo ‘L’algoritmo che licenzia i morti’ -. A breve distanza di tempo dalla sua morte, la famiglia riceve un’e-mail dall’azienda in cui si comunica che per non aver rispettato le condizioni e i termini di lavoro sottoscritti, viene disattivato il suo account, ovvero e’ licenziato”.
Le scuse di Glovo
Secondo Mosaico di Pace, “le scuse successive del datore di lavoro appaiono peggiori del male prodotto: il sistema algoritmico fa scattare quella comunicazione se il lavoratore manca le consegne o non risponde alle chiamate. E’ esattamente in questo modo che abbiamo consacrato l’annullamento dei volti e delle relazioni”. “Abbiamo staccato la spina all’umanita’ – aggiunge don Dell’Olio -. Uno scivolamento lento e apparentemente inesorabile verso l’algoritmizzazione della vita. Sebastian perdonaci”.
L’autopsia del rider
Intanto sara’ eseguita domani l’autopsia sulla salma di Sebastian Galassi, il rider fiorentino di 26 anni morto mentre stava lavorando venendo investito da una Land Rover in citta’, a Rovezzano all’incrocio tra via De Nicola e via Gobetti, la sera del 1 ottobre. Tra gli altri accertamenti, sono al vaglio degli investigatori i video delle telecamere di sorveglianza della zona per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente. Unico indagato per omicidio stradale e’ il conducente del Suv, che, secondo alcune testimonianze pare sia passato all’incrocio con il colore giallo.
Lo sciopero di oggi
“Sosteniamo lo sciopero di oggi 5 ottobre di tutti i rider di Firenze per chiedere maggior sicurezza e tutele nel settore”, “la situazione relativa a questa professione, sul versante della sicurezza, e’, a dir poco, intollerabile”. Cosi’ Filt Cgil, Filcams Cgil e Nidil Cgil.
“Non e’ possibile – sottolineano in una nota le tre federazioni della Cgil – continuare a registrare incidenti gravi e mortali e consentire che non si faccia nulla per migliorare.
Servono regole certe per il lavoro del rider a partire dall’applicazione vincolata di un contratto nazionale e di tutte le norme discendenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro, compresa la responsabilita’ delle imprese”.
La nota della Cgil
Per il sindacato “oltre alle condizioni di scarsa sicurezza sul lavoro la precarieta’ di questi lavoratori e di queste lavoratrici, senza un vero contratto di lavoro, si manifesta anche relativamente alla continuita’ occupazionale. Le piattaforme si limitano ad un messaggio whatsapp o ad una mail per decidere e comunicare unilateralmente le sorti lavorative. La cosa e’ disumana in ogni caso ed in questa situazione, dopo la morte del giovane Sebastian Galassi, ancor piu’ feroce. Ognuno, a partire dalle istituzioni, deve fare quanto possibile per scardinare questi insani presupposti e dare tutele e garanzie ai rider“.