“Dinanzi a un presente tanto inquietante, al proliferare di conflitti in tante parti del mondo, a una guerra che di nuovo insanguina l’Europa, si sarebbe indotti a pensare che l’umanità non sia in grado di imparare dai propri errori, che si sia smarrita quella memoria collettiva che dovrebbe guidare e impedire di commettere gli stessi tragici errori”. Lo ha detto il capo dello Stato Sergio Mattarella all’incontro ‘Il grido della pace‘.
Le parole di Mattarella
“La preghiera di Assisi è stata un seme consapevolmente gettato dai leader religiosi di fronte alla aggressione recata al bene della vita, al diritto della persona – di ogni persona – a vivere in pace. È stata una espressione vigorosa della loro libertà, della loro capacità – ce lo ha ricordato il prof. Riccardi – di raccogliere ‘gli aneliti di comunità radicate nelle loro terre, vicine al dolore, alla gioia, al sudore delle persone'”, ha spiegato Mattarella.
Diffondiamo il grido della pace
“Un seme fatto fruttare da chi, come la Comunità di Sant’Egidio opera quotidianamente, anche con una azione preziosa di mediazione per la pace: non ”incontri casuali” ma tenace perseguimento di sentieri di pace“, ha aggiunto. Proprio come la Comunità di Sant’Egidio, all’incontro internazionale ‘Il grido della pace‘ c’è “l’impegno di tanti protagonisti – di ispirazione religiosa e non – per costruire ponti di solidarietà e di dialogo: a loro va la nostra sincera riconoscenza. Si tratta di un impegno che invoca il contributo di ciascuno affinché ”il grido della pace” si diffonda con sempre nuova forza. Per questo siamo qui oggi, in tanti, da tante parti del mondo”
Realizzare percorsi di pace
La sfida è sempre la stessa: realizzare con perseveranza percorsi di pace, attraverso un impegno collettivo della comunità internazionale che valorizzi il dialogo, i negoziati, il ricorso alla diplomazia in luogo delle armi”. Lo ha detto Sergio Mattarella all’incontro ‘Il grido della pace‘. “Si tratta di un lavoro faticoso, che richiede cura e opera paziente, perché la pace è tale soltanto se porta con sé l’antidoto contro l’insorgere di nuove guerre, se è sostenibile nel tempo e ampiamente condivisa”, ha aggiunto il capo dello Stato.
Le parole di Macron
Parliamo di pace, di questo grido della pace proprio nel momento in cui gli ucraini e le ucraine si battono per resistere, per difendere la loro dignita’, per proteggere le loro frontiere e la loro sovranita’”. Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron intervenendo all’evento organizzato da Sant’Egidio. Ma “la pace e’ possibile” ed “e’ quella che loro decideranno – ha detto riferendosi agli ucraini – e che rispettera’ i diritti del popolo sovrano”.
Non potevamo rimanere ai margini
“Non potevamo rimanere al margine di quello che sta succedendo. Oggi c’e’ un popolo aggredito e dall’altra parte dei dirigenti che hanno deciso di attaccare, di invadere, di umiliare. Rimanere neutrali vorrebbe dire che esiste la legge del piu’ forte. Questo io non lo condivido”. Lo ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron intervenendo all’evento organizzato da Sant’Egidio. “Parlare di pace – ha aggiunto – e’ parlare di cio’ che colpisce le nostre societa’ che oggi vivono il ritorno della violenza oscillando tra il ricordo delle grandi paure, della collera. Una societa’ in cui si e’ sempre piu’ soli, e questo e’ uno dei grandi drammi del nostro tempo”.