Oggi 18 gennaio la Chiesa ricorda santa Prisca, una giovane vergine che subì il martirio a Roma nel primo secolo. Secondo una tradizione antica, Prisca sarebbe stata battezzata da san Pietro quando aveva solo tredici anni e sarebbe stata la prima donna in Occidente a testimoniare con il sangue la sua fede in Cristo.
La vita di santa Prisca
Poco si sa della vita di santa Prisca, se non che apparteneva a una nobile famiglia romana e che fu educata nella fede cristiana. Durante la persecuzione di Claudio, intorno al 50 d.C., fu arrestata e condotta davanti al tribunale, dove dovette affrontare il crudele interrogatorio del prefetto Aquila. Nonostante le minacce e le torture, Prisca non rinnegò il suo Signore, ma anzi lo confessò con coraggio e amore. Fu quindi condannata a morire decapitata, dopo aver subito il supplizio del flagello e del fuoco.
Il culto di santa Prisca
Il corpo di santa Prisca fu sepolto nella via Ostiense, dove in seguito fu eretta una basilica a lei dedicata. Nel IV secolo le sue reliquie furono traslate nella chiesa di Sant’Anastasia al Palatino, dove si conservano ancora oggi. La chiesa di Santa Prisca sull’Aventino, invece, fu fondata dalla santa stessa, secondo la tradizione, ed è una delle più antiche di Roma. Qui si trova una fonte battesimale dove, secondo la leggenda, san Pietro avrebbe battezzato Prisca e altri convertiti.
Santa Prisca è venerata come patrona delle vergini e delle ostetriche. La sua memoria liturgica cade il 18 gennaio, giorno del suo martirio. La sua figura ci ricorda il valore della testimonianza cristiana, anche a costo della vita, e la forza della grazia divina che sostiene i fedeli nelle prove e nelle persecuzioni.