La Chiesa ribadisce che “ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ‘ogni marchio di ingiusta discriminazione’ e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza”. Nello stesso tempo evidenzia “le decise criticità presenti nella teoria del gender”, che come ha detto papa Francesco “è pericolosissima perché cancella le differenze nella pretesa di rendere tutti uguali”. Così l’ex Sant’Uffizio nella Dichiarazione ‘Dignitas infinita’.
La teoria gender
In merito alla teoria del gender, “sulla cui consistenza scientifica molte sono le discussioni nella comunità degli esperti”, la Chiesa ricorda che “la vita umana, in tutte le sue componenti, fisiche e spirituali, è un dono di Dio, che va accolto con gratitudine e posto a servizio del bene. Voler disporre di sé, così come prescrive la teoria del gender, indipendentemente da questa verità basilare della vita umana come dono, non significa altro che cedere all’antichissima tentazione dell’essere umano che si fa Dio”.
Un secondo rilievo è che essa “vuole negare la più grande possibile tra le differenze esistenti tra gli esseri viventi: quella sessuale”, “la fonte di quel miracolo che mai smette di sorprenderci che è l’arrivo di nuovi esseri al mondo”. In questo senso, “il rispetto del proprio corpo e di quello degli altri è essenziale davanti al proliferare ed alle pretese di nuovi diritti avanzate dalla teoria del gender”. Tale ideologia “prospetta una società senza differenze di sesso, e svuota la base antropologica della famiglia”. Diventa così inaccettabile che “alcune ideologie di questo tipo, che pretendono di rispondere a certe aspirazioni a volte comprensibili, cerchino di imporsi come un pensiero unico che determini anche l’educazione dei bambini”. Sono, dunque, da respingere “tutti quei tentativi che oscurano il riferimento all’ineliminabile differenza sessuale fra uomo e donna”.
‘Dignitas infinita’ si esprime anche sul cambio di sesso, spiegando che “qualsiasi intervento di cambio di sesso, di norma, rischia di minacciare la dignità unica che la persona ha ricevuto fin dal momento del concepimento”. Questo non significa “escludere la possibilità che una persona affetta da anomalie dei genitali già evidenti alla nascita o che si sviluppino successivamente, possa scegliere di ricevere assistenza medica allo scopo di risolvere tali anomalie. In questo caso, l’intervento non configurerebbe un cambio di sesso nel senso qui inteso”.
nessuna guerra vale la perdita anche di una sola vita
“Nessuna guerra vale le lacrime di una madre che ha visto suo figlio mutilato o morto; nessuna guerra vale la perdita della vita, fosse anche di una sola persona umana, essere sacro, creato a immagine e somiglianza del creatore; nessuna guerra vale l’avvelenamento della nostra Casa Comune; e nessuna guerra vale la disperazione di quanti sono costretti a lasciare la loro patria e vengono privati, da un momento all’altro, della loro casa e di tutti i legami familiari, amicali, sociali e culturali che sono stati costruiti, a volte attraverso generazioni”.
La Dichiarazione dell’ex Sant’Uffizio ‘Dignitas infinita’ mutua le parole di papa Francesco per affermare che “un’altra tragedia che nega la dignità umana è il portarsi della guerra, oggi come in ogni tempo: ‘guerre, attentati, persecuzioni per motivi razziali e religiosi, e tanti soprusi contro la dignità umana […] vanno ‘moltiplicandosi dolorosamente in molte regioni del mondo, tanto da assumere le fattezze di quella che si potrebbe chiamare una ‘terza guerra mondiale a pezzi'”. Con la sua scia di distruzione e dolore, la guerra attacca la dignità umana a breve e a lungo termine: “pur riaffermando il diritto inalienabile alla legittima difesa, nonché la responsabilità di proteggere coloro la cui esistenza è minacciata, dobbiamo ammettere che la guerra è sempre una ‘sconfitta dell’umanità'”.
Tutte le guerre, per il solo fatto di contraddire la dignità umana, sono “conflitti che non risolveranno i problemi, ma li aumenteranno”. Questo risulta ancora più grave nel nostro tempo, quando è diventato normale che, al di fuori del campo di battaglia, muoiano tanti civili innocenti. Di conseguenza, anche oggi la Chiesa non può che fare sue le parole dei Pontefici, ripetendo con san Paolo VI: “jamais plus la guerre, jamais plus la guerre!”, e chiedendo, insieme a san Giovanni Paolo II, “a tutti nel nome di Dio e nel nome dell’uomo: Non uccidete! Non preparate agli uomini distruzioni e sterminio! Pensate ai vostri fratelli che soffrono fame e miseria! Rispettate la dignità e la libertà di ciascuno!”.
Proprio nel nostro tempo questo è il grido della Chiesa e di tutta l’umanità. Papa Francesco sottolinea, infine, che “non possiamo più pensare alla guerra come soluzione. Davanti a tale realtà, oggi è molto difficile sostenere i criteri razionali maturati in altri secoli per parlare di una possibile ‘guerra giusta’. Mai più la guerra!”. Poiché l’umanità ricade spesso negli stessi errori del passato, “per costruire la pace è necessario uscire dalla logica della legittimità della guerra”. L’intima relazione che esiste tra fede e dignità umana rende infine contradittorio che la guerra sia fondata su convinzioni religiose: “coloro che invocano il nome di Dio per giustificare il terrorismo, la violenza e la guerra non seguono la via di Dio: la guerra in nome della religione è una guerra contro la religione stessa”.
maternità surrogata diventi delitto universale
La Chiesa prende posizione contro la pratica della maternità surrogata, “attraverso la quale il bambino, immensamente degno, diventa un mero oggetto”. Così l’ex Sant’Uffizio in ‘Dignitas infinita’, citando papa Francesco: “ogni vita umana, a partire da quella del nascituro nel grembo della madre, non può essere soppressa, né diventare oggetto di mercimonio. Al riguardo, ritengo deprecabile la pratica della cosiddetta maternità surrogata, che lede gravemente la dignità della donna e del figlio. Essa è fondata sullo sfruttamento di una situazione di necessità materiale della madre. Un bambino è sempre un dono e mai l’oggetto di un contratto. Auspico, pertanto, un impegno della Comunità internazionale per proibire a livello universale tale pratica”.
diritti inviolabili migranti, tratta crimine verso umanità
“I migranti sono tra le prime vittime delle molteplici forme di povertà. Non solo la loro dignità viene negata nei loro Paesi, quanto la loro stessa vita è messa a rischio perché non hanno più i mezzi per creare una famiglia, per lavorare o per nutrirsi”, dice la Dichiarazione dell’ex Sant’Uffizio ‘Dignitas infinita’ circa la dignità umana. Una volta poi che sono arrivati in Paesi che dovrebbero essere in grado di accoglierli, “vengono considerati non abbastanza degni di partecipare alla vita sociale come qualsiasi altro, e si dimentica che possiedono la stessa intrinseca dignità di qualunque persona […] Non si dirà mai che non sono umani, però in pratica, con le decisioni e il modo di trattarli, si manifesta che li si considera di minor valore, meno importanti, meno umani”.
È pertanto sempre urgente ricordare che “ogni migrante è una persona umana che, in quanto tale, possiede diritti fondamentali inalienabili che vanno rispettati da tutti e in ogni situazione”. La loro accoglienza è un modo importante e significativo di difendere “l’inalienabile dignità di ogni persona umana al di là dell’origine, del colore o della religione”.
La tratta delle persone umane deve anch’essa venire annoverata quale violazione grave della dignità umana. Non costituisce una novità, ma il suo sviluppo assume dimensioni tragiche che sono sotto gli occhi di tutti, ragione per cui Papa Francesco l’ha denunciata in termini particolarmente forti: “ribadisco che la ‘tratta delle persone’ è un’attività ignobile, una vergogna per le nostre società che si dicono civilizzate!
Sfruttatori e clienti a tutti i livelli dovrebbero fare un serio esame di coscienza davanti a sé stessi e davanti a Dio!”. Per tali motivi, la Chiesa e l’umanità non devono rinunciare a lottare contro fenomeni quali “commercio di organi e tessuti umani, sfruttamento sessuale di bambini e bambine, lavoro schiavizzato, compresa la prostituzione, traffico di droghe e di armi, terrorismo e crimine internazionale organizzato”. Di fronte a forme così diverse e brutali di negazione della dignità umana, è necessario essere sempre più consapevoli che “la tratta delle persone è un crimine contro l’umanità”. Nega in sostanza la dignità umana in almeno due modi: “la tratta, infatti, deturpa l’umanità della vittima, offendendo la sua libertà e dignità. Ma, al tempo stesso, essa disumanizza chi la compie”.
magistero Chiesa sempre condannato aborto
La Chiesa non cessa di ricordare che “la dignità di ogni essere umano ha un carattere intrinseco e vale dal momento del suo concepimento fino alla sua morte naturale”. Sulla base di questo valore intangibile della vita umana, il magistero ecclesiale si è sempre pronunciato contro l’aborto. Lo ricorda il Dicastero per la Dottrina della fede nella Dichiarazione ‘Dignitas infinita’. Al riguardo scrive san Giovanni Paolo II: “fra tutti i delitti che l’uomo può compiere contro la vita, l’aborto procurato presenta caratteristiche che lo rendono particolarmente grave e deprecabile. […]
Ma oggi, nella coscienza di molti, la percezione della sua gravità è andata progressivamente oscurandosi. L’accettazione dell’aborto nella mentalità, nel costume e nella stessa legge è segno eloquente di una pericolosissima crisi del senso morale, che diventa sempre più incapace di distinguere tra il bene e il male, persino quando è in gioco il diritto fondamentale alla vita. Di fronte a una così grave situazione, occorre più che mai il coraggio di guardare in faccia alla verità e di chiamare le cose con il loro nome, senza cedere a compromessi di comodo o alla tentazione di autoinganno”.
Proprio nel caso dell’aborto si registra la diffusione di una terminologia ambigua, come quella di “interruzione della gravidanza”, che tende a nasconderne la vera natura e ad attenuarne la gravità nell’opinione pubblica. Ma “nessuna parola vale a cambiare la realtà delle cose: l’aborto procurato è l’uccisione deliberata e diretta, comunque venga attuata, di un essere umano nella fase iniziale della sua esistenza, compresa tra il concepimento e la nascita”. I bambini nascituri sono così “i più indifesi e innocenti di tutti, ai quali oggi si vuole negare la dignità umana al fine di poterne fare quello che si vuole, togliendo loro la vita e promuovendo legislazioni in modo che nessuno possa impedirlo”.
abusi sessuali serio ostacolo a missione Chiesa
“La profonda dignità che inerisce all’essere umano nella sua interezza di animo e di corpo permette anche di comprendere perché ogni abuso sessuale lascia profonde cicatrici nel cuore di chi lo subisce: costui si sente, infatti, ferito nella sua dignità umana. Si tratta di ‘sofferenze che possono durare tutta la vita e a cui nessun pentimento può porre rimedio. Tale fenomeno è diffuso nella società, tocca anche la Chiesa e rappresenta un serio ostacolo alla sua missione’. Da qui l’impegno che essa non cessa di esercitare per porre fine ad ogni tipo di abuso, iniziando dal suo interno”. Così il Dicastero per la Dottrina della fede nella Dichiarazione ‘Dignitas infinita’.