Oggi, 21 gennaio, la Chiesa cattolica celebra la memoria di Sant’Agnese, una giovane romana che visse nel III secolo e che scelse di morire piuttosto che rinunciare alla sua fede e alla sua purezza. La sua storia è un esempio di coraggio, di fedeltà e di amore per Cristo.
Chi era Sant’Agnese?
Sant’Agnese nacque a Roma nel 293 da una famiglia cristiana e patrizia. Fin da bambina si consacrò a Dio con il voto di verginità, seguendo l’insegnamento di Gesù che dice: “Chi può capire, capisca” (Mt 19,12).
A 12 anni, durante la persecuzione dei cristiani voluta dall’imperatore Diocleziano, fu corteggiata dal figlio del prefetto di Roma, che si innamorò di lei per la sua bellezza e per la sua grazia. Agnese però rifiutò le sue avances, dicendogli che era già sposata con un altro sposo, che era il Signore.
Il giovane, offeso e deluso, la denunciò come cristiana, sperando così di piegarla alla sua volontà. Agnese fu allora sottoposta a vari tormenti: fu portata al Circo Agonale, dove fu esposta nuda alla vista di tutti, ma i suoi capelli le coprirono il corpo come un velo; fu gettata in una pira di fuoco, ma le fiamme si spensero per la sua preghiera; fu infine trafitta alla gola con una spada, come si usava fare con gli agnelli sacrificati.
Il suo corpo fu sepolto nel cimitero di via Nomentana, dove poi fu eretta una basilica in suo onore. Il suo cranio è conservato nella chiesa di Sant’Agnese in Agone, costruita sul luogo dove subì il martirio. La sua festa si celebra il 21 gennaio, giorno della sua morte.
Perché Sant’Agnese è importante per la Chiesa?
Sant’Agnese è una delle sante più venerate dalla Chiesa, tanto che il suo nome è inserito nel Canone Romano, la preghiera eucaristica più antica. La sua figura è stata lodata da molti Padri della Chiesa, come Sant’Ambrogio, San Girolamo e San Gregorio Magno, che ne hanno esaltato la forza, la semplicità e la santità.
Sant’Agnese è considerata la patrona delle vergini, delle fidanzate e dei giardinieri. Il suo simbolo è l’agnello, che richiama il suo nome (in latino Agnes significa agnello) e il suo sacrificio. Ogni anno, il giorno della sua festa, il Papa benedice due agnelli bianchi, i cui velli servono poi per confezionare il pallio, l’ornamento liturgico che viene imposto agli arcivescovi metropoliti come segno di comunione con il Successore di Pietro.
Sant’Agnese è anche una testimone della Parola di Dio, che ha ascoltato, custodito e annunciato con la sua vita. Proprio il 21 gennaio, infatti, la Chiesa celebra la Domenica della Parola di Dio, istituita da Papa Francesco nel 2019 con la lettera apostolica Aperuit illis. In questa occasione, il Papa dona ai fedeli il Vangelo di Marco, il più breve e il più antico dei quattro vangeli, invitandoli a leggerlo, a meditarlo e a metterlo in pratica.
Come possiamo imitare Sant’Agnese?
Sant’Agnese ci insegna a essere fedeli a Dio e a non aver paura di testimoniare la nostra fede, anche a costo della vita. Ci insegna anche a vivere la purezza del cuore, che non è solo astinenza dal peccato, ma è soprattutto amore per Dio e per il prossimo. Ci insegna infine a essere semplici e umili, come i bambini, che sono i preferiti di Gesù.
Per imitare Sant’Agnese possiamo fare alcune cose concrete:
- Pregare ogni giorno, affidandoci a Dio e ringraziandolo per il dono della vita e della fede.
- Leggere il Vangelo, ascoltando la voce di Gesù che ci parla e ci chiama a seguirlo.
- Partecipare alla Messa, ricevendo il Corpo e il Sangue di Cristo, che ci dà la forza e la gioia di essere suoi discepoli.
- Fare del bene agli altri, specialmente ai più poveri e ai più bisognosi, con gesti di carità e di solidarietà.
- Custodire la nostra dignità di figli di Dio, evitando tutto ciò che offende la nostra coscienza e il nostro corpo, tempio dello Spirito Santo.