Estratto dell’articolo di Daniela Bilanzuoli per Credere.
Se potessi parlare oggi con la Sofia bambina le direi che è perfetta così». Trent’anni, bergamasca doc, Sofia Goggia è l’in- discussa regina italiana dello sci alpi- no, campionessa nella discesa libera: oro ai giochi olimpici invernali di Pyeongchang 2018 (Corea del Sud), argento a quelli di Pechino 2022 (Cina) e vincitrice di quattro Cop- pe del mondo. La giovane sciatrice è nota non solo per le sue numerose vittorie in campo, ma anche per la sua determinazione nel perseguire costantemente la perfezione. È una ragazza molto decisa, che ha sempre vissuto l’agonismo come stile di vi- ta: competitiva, autonoma e spirito libero. Amante della natura e forte- mente legata alla spiritualità, per lei la fede è un’àncora nello sport, dove rifugiarsi nei momenti difficili, ma anche cui rivolgersi nei momenti di riconoscenza.
Il rapporto con Dio
«Prima di scendere in pista, du- rante le gare, faccio sempre il segno della croce. Per me significa gratitu- dine e speranza», spiega Sofia Goggia. L’azzurra, infatti, non ha mai tenuto nascosto il suo forte legame con la fede. «Nella mia quotidianità porto Dio sempre con me. Indosso una collanina con un crocifisso di oro bianco che mi accompagna in ogni momento della giornata: durante gli allenamenti, le gare…», racconta. «La tolgo solo quando, per impegni presi con gli sponsor, devo indossare altro. Ho anche un altro crocifisso bellissimo che mi è stato regalato da una persona cara, l’ha preso per me a Lourdes e ce l’ho sempre nel mio zaino». Come ogni bambino, Sofia si è avvicinata alla Chiesa quando era piccola. I suoi genitori, molto credenti, la portavano sempre a Messa. «Andare in chiesa la domenica era un vero e proprio rito. Poi, con il passare del tempo e l’avanzare dell’età, sono aumentati i miei impegni ed è diventato difficile percepire quale fosse il mio percorso da praticante. Ma alla fine ho capito che la cosa fondamentale è avere la fede dentro di sé».
Le figure spirituali
A rafforzare il suo rapporto con Dio c’è sicuramente don Fabio Zucchelli, prete del duomo di Bergamo, che conosce Sofia da quando era piccola e che lei va a trovare ogni volta che torna a casa. «Quando riesco, tra i va- ri impegni, cerco di andare in chiesa. Solitamente il sabato e la domenica ho sempre le gare, ma appena ho un po’ di tempo libero vado a Bergamo a trovare don Fabio», racconta Sofia. «Con lui ho un bellissimo rapporto: mi piace ascoltare la sua predica e scam- biare due chiacchiere. Le sue paro- le di conforto mi aiutano tanto. È lui a guidarmi nel mio cammino di credente». Anche quando è in giro per il mondo, comunque, Sofia Goggia non si allontana mai da Dio grazie a un’altra figura spirituale molto importante nella sua vita: «C’è suor Francy che è una cara amica. Ogni domenica mi invia il Vangelo su WhatsApp il Vangelo su WhatsApp. Quindi, indi- pendentemente che io sia in Canada o in Argentina, lo leggo sul telefono. Lei mi conosce molto bene, e infatti mi scrive anche un’interpretazione di quel versetto legata al mio cammino personale», spiega. Sofia prega sempre, ogni giorno, non per chiedere qualcosa, ma per ringraziare. «Ci sono alcuni momenti in cui sento di essere particolarmente grata: per esempio, quando sono su una seggiovia e mi guardo attorno. In quel momento riconosco la bellezza che mi circonda e mi sento più vicina a Dio», racconta l’azzurra. «Ma non solo: prego anche di notte, quando non riesco a dormire. Per me pregare non è sol- tanto dire l’Ave Maria, ma è anche un momento in cui ringrazio il Creato. Prego Dio per ringraziarlo della vita». (…)