Fuggire da un Paese all’altro, cercando un porto sicuro. E’ quanto è accaduto alla giovane Mahoor Kaffashian, 25 anni, che oggi, a Lisbona, ha raccontato la sua già travagliata storia, nonostante la sua giovane età. Nata in Iran, oggi studia Odontoiatria presso l’Università Cattolica del Portogallo, al Centro regionale di Viseu, dal settembre del 2022. “Sono stata sfollata dal mio paese, l’Iran, e ho vissuto come rifugiata in Ucraina, dove una vera guerra mi fa sentire oggi una sopravvissuta”. Oggi ha però modo di sorridere ancora anche perché ha trovato l’accoglienza dello “straordinario team – come lo ha definito la stessa ragazza portando la sua testimonianza davanti al Papa – dell’Università Cattolica del Portogallo: si è presa cura di me e si prenderà cura di me, nell’ambito del Papa Francisco Social Support Fund”.
Le parole di Mahoor
“Non ero la stessa persona che sono adesso. L’anno scorso, se mi fosse stato detto che ero molto forte, probabilmente non ci avrei creduto. Ma ora ci credo. Dopo tutto quello che ho passato, dopo la costante sensazione di sentire la mancanza di casa, famiglia, amici, dopo essere stata senza casa, senza università, senza soldi, so che il concetto di forza non significa che io non mi senta stanca, esausta e sopraffatta dal dolore e dalle perdite. Significa solo che ho la forza, la fede e il coraggio per andare fino in fondo, per andare avanti”. Mahoor oggi è contenta e “orgogliosa di essere qui, in un nuovo inizio in questo paese bellissimo e accogliente – dice al Papa parlando del Portogallo, la sua terza ‘patria’ -, partecipando attivamente nella vita dell’università e studiando, mentre cerco di diffondere intorno a me l’amore, la speranza e la fede che questa Università mi ha offerto incondizionatamente in una vera cultura dell’incontro”. Tutto quello che ha passato non può essere cancellato: “Non ci sono parole per descrivere i miei sentimenti in questo momento, ma sono fortunato ad essere qui, a parlare a Vostra Santità con orgoglio nel passato, credendo – ha confidato la ragazza iraniana – che verranno giorni migliori”.