Nell’abbazia possibile ospitalità per vivere la vita monastica o soggiornare in foresteria per ritiri spirituali staccando dalla quotidianità. Appassionati di storia e arte, pellegrini sul cammino di San Benedetto, scolaresche e chi chiede ospitalità per un ritiro spirituale. Sono circa 300mila ogni anno i visitatori dell’abbazia di Montecassino, che sorge sulla sommità di un monte nel cuore della Ciociaria. Solo in pochi però arrivano lì per vedere il placito di Capua, atto giudiziario del 960 d.c. e primo documento ufficiale in volgare italiano a noi noto, testimonianza del passaggio dal latino a quella lingua che avrebbe dato vita all’italiano che ancora oggi parliamo. Un gioiello poco conosciuto ma di grandissimo valore storico, conservato nell’archivio dell’abbazia.
Le parole dell’Abate
”L’originale – spiega all’Adnkronos padre Antonio Luca Fallica, abate di Montecassino dal 16 marzo scorso – è in archivio ma chi visita il museo può vederne una riproduzione. E’ molto difficile accedere all’originale, in genere la richiesta viene accolta solo per motivi di studio”. Ad attrarre i visitatori a Montecassino, secondo monastero più antico d’Italia, sono piuttosto l’aspetto religioso e quello didattico. Per l’abbazia è stato avviato anche l’iter per il riconoscimento a sito Unesco. ”Siamo in una fase preliminare che coinvolge otto monasteri e dieci Comuni – spiega padre Antonio Luca Fallica, abate dal 16 marzo scorso – che sono quelli che poi effettivamente seguono la pratica. Siamo nella fase di presentazione del progetto, l’iter è avviato e ci sono dei tempi previsti dalla procedura. Certamente sarebbe un riconoscimento significativo, non solo per i singoli siti monastici ma per ciò che il monachesimo benedettino ha rappresentato per il patrimonio religioso, culturale e artistico”.
Accesso libero
L’accesso al monastero, alla chiesa in particolare, è libero, spiega l’abate, ”ed è quindi difficile dare un dato preciso sui visitatori, ma stimiamo che a venire qui siano circa 300mila persone all’anno. Chi vuole fare una visita guidata deve prenotare naturalmente e per entrare al museo c’è un biglietto di ingresso. La fase del covid ha comportato la chiusura e poi un’apertura parziale e questo è il primo anno in cui c’è stata la ripresa piena”. Ad attirare le persone c’è soprattutto l’aspetto religioso, racconta, ”molti vengono perché è il monastero fondato da San Benedetto, dove è morto e dove è sepolto insieme alla sorella Santa Scolastica, e c’è quindi il desiderio di venire a pregare in questo luogo. Molti altri vengono per l’importanza che il monastero ha avuto dal punto di vista storico e culturale. Nel mese di maggio in particolare arrivano tante scuole, classi che magari stanno studiando il monachesimo medievale”. Infine, prosegue ancora padre Luca, ”c’è una terza fascia di persone, che è in aumento e che è quella di coloro, che fanno il pellegrinaggio a piedi sull’itinerario di San Benedetto: partono da Norcia e arrivano a piedi a Montecassino passando attraverso Subiaco”.
Più giorni in abbazia
Esiste inoltre la possibilità di trascorrere anche più di una giornata nell’abbazia. ”Il monastero – spiega l’abate – dispone di una foresteria esterna che può accogliere gruppi, poi abbiamo delle camere di ospitalità all’interno del monastero, che però sono una realtà diversa rispetto a quella del turismo classico. In questo caso religiosi, sacerdoti ma anche laici chiedono ospitalità e di poter trascorrere alcuni giorni di preghiera, di silenzio e di condivisione della nostra vita”. La vita dei monaci benedettini, ancora oggi improntata alla regola di San Benedetto, incentrata sull”ora et labora’, a cui, spiega l’abate, ”è importante aggiungere un terzo imperativo, lege’, perché anche la lettura della Sacra Scrittura nello stile della lectio divina, e più ampiamente lo studio, sono elementi importanti della vita monastica”.