Il suo mestiere, di fatto, è dubitare. Per smascherare le bugie dei falsi veggenti. Basta però chiacchierare un po’ con suor Daniela Del Gaudio, per capire che in lei il dubbio non stride con la fede. È stata da poco nominata direttrice del nuovo Osservatorio internazionale sulle apparizioni (Oia), nato per volere della Pontificia accademia mariana di Roma. A insegnare Teologia dogmatica ci è arrivata un po’ per scelta e un po’ per volere della madre generale del suo primo convento francescano in provincia di Avellino: ci entrò diciottenne dopo una vocazione sorta a soli 15 anni «grazie alla Cresima». Quella suora la fece studiare, e tanto. Racconta di essere nata in una famiglia di insegnanti, che fu «contraria al mio farmi suora fino a quando videro il valore sociale della mia vocazione”. Con l’insegnamento del latino e greco – la mia prima laurea è stata quella in Lettere e poi in Teologia.
Se lo immaginava, a 15 anni, di avventurarsi tra santoni, lacrime di statue, presunte visioni, stimmate e biforcazioni?
«Mai. Una ragazza che sogna di diventare suora si immagina tra i poveri della parrocchia, o magari in missione… Ora questo lavoro così affascinante. Per fortuna non sono da sola, perché l’osservatorio coinvolgerà molte persone competenti.
Anche laici?
«Certo. Medici, ad esempio, perché tra i criteri per certificare le apparizioni ci sono esami di salute fisica e psichica. O avvocati, perché dobbiamo stare attenti a truffe e circonvenzione di incapaci». (…)
Ci sono così tante segnalazioni di visioni e altri fenomeni celesti?
«Migliaia. Ma le apparizioni certificate e documentate sono una ventina dall’inizio del cristianesimo».
Siete quelli che mettono il timbro definitivo sui miracoli?
«Non direi. Ho conosciuto personalmente alcuni miracolati di Lourdes. L’istituto deputato ad analizzare i tanti casi che vengono presentati in quel luogo ne ha approvati solo una sessantina tra migliaia. Quelli, cioè, in cui c’è stata la sospensione o il superamento di una regola scientifica».
Ad esempio?
«Ad esempio un uomo senza cornee che ha ripreso a vedere. O una malattia con un decorso che si è bloccato improvvisamente. Casi insomma in cui anche i medici atei che partecipano alla commissione non hanno saputo dare una spiegazione. Io ho conosciuto una persona che era ammalata di tumore, ed è guarita. E un paralitico che ha ripreso a muoversi». (…)
Le ci sono voluti anni di studio, ma ci può spiegare in modo semplice come si capisce se c’è da fidarsi di un’apparizione o altri fenomeni?
«Primo: se è di utilità per la Chiesa o per il momento. Ad esempio, ci sono apparizioni certificate in tempo di persecuzioni. O di particolare sofferenza. Secondo, devono essere eventi che rispettano la rivelazione. Noi definiamo questi avvenimenti “rivelazioni private”. Quella “pubblica” è finita con la morte degli Apostoli». (…)
Quando invece lei sente «puzza di bruciato»?
«Quando mi trovo davanti a persone che non conoscono l’umiltà. O che vanno contro il magistero della Chiesa. Ad esempio, parlando male del Papa. Ovviamente, poi, quando c’è una frode a scopo di lucro».
Capita spesso?
Può esprimersi sulla Madonna di Trevigiano?
«Non posso dire nulla in merito, è in corso un’indagine. Gli elementi glieli ho detti, ciascuno può dedurre in attesa di un’ufficialità».
Oltre alle apparizioni e alle statuette che piangono ci sono altri fenomeni che la Chiesa attribuisce direttamente alla Madonna?
«A Fatima ad esempio il sole si è messo a danzare, ed è stato visto da centinaia di persone, anche atee. Ma la devo correggere: i miracoli non li fa la Madonna. Ma Dio. Lei intercede per noi. È un po’ come se dovessi domandare un favore al re: andrò dalla regina, perché sia più potente la mia richiesta».
Estratto dell’articolo di Giulia Cazzaniga per La Verità