Soli otto giorni per un evento storico: “Sarà la prima ostensione multimediale della storia”. A definirla così è l’arcivescovo di Torino e custode della Sindone, cardinale Roberto Repole, che ha presentato la Festa liturgica della Sindone, nell’ambito del Giubileo della Speranza. È una serie di iniziative, riunite solo il nome di “Avvolti”, dal 28 aprile al 5 maggio nel capoluogo piemontese.
La Sindone non sarà infatti esposta, bensì fruibile in modo multimediale, social compresi, in un tendone in piazza Castello, a due passi dal Duomo, dov’è custodita. “L’Ostensione – ha ricordato Repole – richiede una lunga preparazione e coinvolge non solo la Chiesa, ma la città e la regione. Questa è una tappa verso la prossima” si è limitato a dire in proposito.
La visita alla tenda, con anche incontri e una mostra, sarà libera e gratuita, ma da prenotare sul sito www.avvolti.org. All’interno un tavolo digitale delle stesse dimensioni della Sindone riproduce l’immagine del Telo e offre la possibilità di esplorarne i dettagli. Il tavolo e il programma di lettura virtuale ravvicinata del Telo non spariranno però dopo la chiusura della tenda: sarà comunque possibile la lettura interattiva, collegandosi da smartphone, tablet e pc al sito.
Appuntamento speciale sabato 3 maggio coi giovani delle diocesi di Torino e di Susa: si ritroveranno alla tenda per poi conoscere da vicino i luoghi dei santi sociali torinesi. Divisi in gruppi faranno tappa ad esempio al Cottolengo, al Sermig e a Maria Ausiliatrice. I giovani – e soltanto loro -, partecipato agli incontri con l’arcivescovo, passeranno anche in Duomo per un momento di meditazione di fronte alla Sindone. Perché proprio i giovani? “Per concludere un itinerario di catechesi con un taglio esistenziale rivolto ai più giovani – ha risposto Repole -, con la consapevolezza che per noi cristiani con loro si gioca una partita nuova, perché la trasmissione della fede come avveniva in passato non è più scontata”.
Sul nuovo approccio tecnologico alla Sindone, “spero possa avvicinare nuove persone, anche molti i giovani – ha detto Repole -. C’è un mondo laico di avvicinarsi al Telo – ha proseguito il cardinale -, che porta un interesse di tipo scientifico, poi c’è un interesse religioso, che deriva dalla tradizione cristiana, perché sorprendentemente la Sindone dice ciò che dicono i Vangeli rispetto alla morte di Gesù”. La Festa liturgica della Sindone a Torino “avviene nell’anno giubilare che ha per oggetto l’anno la speranza” ha sottolineato Repole.
“Da una parte – ha riflettuto – il volto e il corpo impresso nel Telo sindonico sono il volto e il corpo di uno sconfitto dalla storia. Per molti la vita spesso ti consegna la prospettiva di un’esistenza sconfitta. In ogni caso, che lo vogliamo o no, siamo tutti sconfitti dalla morte. Dall’altra parte quel telo – ha evidenziato il cardinale – è un invito a vivere la vita con speranza, perché direi che è anche il calco della Resurrezione. È un orizzonte di speranza quel Telo che ci lascia Gesù, perché ci dice che ci sarà un giudizio sulla storia, di cui molti uomini e donne hanno bisogno”.