Quando mancano pochi giorni al primo anniversario della guerra, il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, Sviatoslav Shevchuk, ha incontrato alcuni giornalisti per fare il punto della situazione nel Paese.
Le parole dell’ arcivescovo
L’arcivescovo, come riferisce Vatican News, ha definito l’invasione russa una “tragedia” per l’Ucraina e per il mondo parlando di una “popolazione traumatizzata” da una guerra “cieca, assurda, sacrilega”. Sconforto, poi, e’ stato mostrato per l'”impotenza” di giungere alla pace. Sollievo e speranza, dice l’arcivescovo, arrivano dalle visite dei capi di Stato a Kiev. “E’ una grande consolazione – afferma -, l’esercito russo ci ha condannato a morte. La solidarieta’ ci da’ la speranza che questa condanna non sara’ eseguita, che saremo capaci di sopravvivere, difenderci e costruire un Paese libero e democratico”. Sul tema delle armi, Shevchuk sottolinea che “al momento la capacita’ dell’Ucraina di difendersi non e’ proporzionata alla capacita’ della Russia di aggredirci”.
Non chiudere gli occhi
“Siamo un Paese molto piu’ piccolo – evidenzia -. E’ un miracolo che siamo vivi”. In un appello finale, l’arcivescovo chiede alla comunita’ internazionale di “non chiudere gli occhi di fronte alle piaghe e alle sofferenze del popolo, che non si stanchi di questo tema”. “Spesso il dolore ucraino sparisce dai giornali, non fa piu’ notizia, come nel 2014 con l’invasione in Donbass – conclude -. La verita’ sempre, come dice pure il Papa, e’ vittima della guerra. Una guerra di disinformazione. La menzogna e l’indifferenza uccidono, uccidono tanti”