“Crescenti tensioni, conflitti e violenze in varie parti del mondo sulla base di identità e supremazie religiose, culturali, etniche, razziali e linguistiche – spesso alimentate da politiche competitive, populiste ed espansionistiche, ma anche da movimenti di maggioranza e di minoranza e da un uso sfacciato dei social media – sono causa di preoccupazione per tutti noi, perché colpiscono pesantemente la fraterna e pacifica coesistenza sociale. In questo contesto, è vitale e centrale il bisogno di promuovere la convivialità e uno spirito di corresponsabilità tra le persone”. Così il Dicastero per il Dialogo Interreligioso nel messaggio alle comunità induiste in occasione del Deepavali. Nel messaggio il tema centrale è quello della convivialità, “qualità di essere amichevole e vivace sia la capacità di vivere in mezzo agli altri con le loro individualità, diversità e differenze in uno spirito di rispetto, amore e fiducia”.
Le parole del card. Ayuso
“La promozione della convivialità – si legge ancora nel testo riportato dall’agenzia Aci Stampa – comporta da parte nostra l’assunzione di responsabilità reciproca e per la creazione. Essa esige una disponibilità a camminare ed operare insieme con carità, fraternità e senso di corresponsabilità per il bene comune. Oltre a contribuire noi per primi responsabilmente come possiamo al bene comune, è necessario che rendiamo responsabili le persone che ci circondano nel realizzare la convivialità mediante il rispetto della dignità trascendentale di ogni persona umana e dei suoi legittimi diritti che ne scaturiscono, al fine di operare per il benessere sociale e lo sviluppo sostenibile di tutti, e impegnandosi a vivere in armonia con ciascuno e con la natura. (…) Sulla strada verso la convivialità, dobbiamo affrontare molte sfide (…) non dobbiamo cedere al pessimismo, ma invece essere uniti e agire come esempio per gli altri”.
Coltivare i valori della convivialità
“La famiglia dei responsabili religiosi e dei gruppi di tutte le religioni attraverso il globo, le istituzioni educative, i mezzi di comunicazione, le organizzazioni governative e non governative, condividono ugualmente – conclude il Cardinale Ayuso, Prefetto del Dicastero – la responsabilità di coltivare i valori della convivialità e corresponsabilità con tutti i mezzi a loro disposizione. Il dialogo interreligioso costituisce senza dubbio uno strumento potente per ispirare e spingere persone di diverse tradizioni religiose a vivere questi valori in fraternità, unità e solidarietà per il bene comune”. (Agenzia Sir).
La festa del Deepavali
Diwali, chiamata anche Dipavali o Deepawali è una delle più importanti feste indiane e si festeggia nel mese di ottobre o novembre. Simboleggia la vittoria del bene sul male ed è chiamata “festa delle luci”: durante la festa si usa infatti accendere delle luci (candele o lampade tradizionali chiamate diya). In molte aree dell’India i festeggiamenti prevedono spettacoli pirotecnici. La più popolare leggenda associata alla festa è quella che tratta del ritorno del re Rāma della città di Ayodhya dopo 14 anni di esilio in una foresta. Il popolo della città, al ritorno del re, accese file (avali) di lampade (dipa) in suo onore. Da qui il nome Dipawali o più semplicemente Diwali. I festeggiamenti per Diwali si protraggono per cinque giorni nel mese indù di ashwayuja che solitamente cade tra ottobre e novembre. Per induisti e giainisti è la celebrazione della vita e l’occasione per rinsaldare i legami con familiari e amici. Per i giainisti, inoltre, rappresenta l’inizio dell’anno.