Questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i Membri dell’Istituto Secolare Sacerdoti Missionari della Regalità di Cristo. Di seguito il testo del discorso che era stato preparato dal Papa per l’occasione e che è stato consegnato ai presenti:
Discorso del Santo Padre
Do il mio benvenuto a voi che siete una nutrita rappresentanza dell’Istituto Secolare dei Sacerdoti Missionari della Regalità di Cristo, fondato da padre Agostino Gemelli nel 1953, poco più di 70 anni fa. Tra voi oggi c’è un confratello africano, perché negli ultimi tempi i nuovi membri sono soprattutto preti della Guinea, del Burundi, del Rwanda e di altri Paesi africani. E in Burundi state realizzando un Centro di formazione intitolato a Mons. Courtney, Nunzio Apostolico ucciso in quel Paese. Inoltre avete alcuni sodali in Germania e in Polonia.
Il valore della secolarità
Vi ringrazio perché questo incontro mi offre l’occasione di sottolineare il valore della secolarità nella vita e nel ministero dei presbiteri. In effetti, secolarità non è sinonimo di laicità. La secolarità è una dimensione della Chiesa, chiamata a servire e testimoniare il Regno di Dio in questo mondo. E la consacrazione viene a radicalizzare questa dimensione, che chiaramente non è l’unica, ma è complementare a quella escatologica. La Chiesa, ogni battezzato, è nel mondo, è per il mondo, ma non è del mondo. Se dunque la secolarità è una dimensione della Chiesa, sia i laici che i chierici sono chiamati a viverla e ad esprimerla, sia pure in maniera differente. Ciascuno la realizza secondo la propria condizione nella linea del mistero dell’Incarnazione. In questi decenni, voi sacerdoti avete fatto il vostro cammino, sperimentando “sul campo” questa vostra identità, arricchiti anche dal confronto con le sorelle Missionarie e i fratelli Missionari della Regalità di Cristo. Siete preti diocesani, e volete essere pienamente partecipi nel presbiterio, in comunione con il Vescovo e i confratelli. L’Istituto vi aiuta in questo. Lo fa secondo il carisma francescano, che è quello della minorità: così vi forma al servizio umile, disponibile, fraterno. E lo fa secondo il modello della regalità di Cristo, che consiste nel servire, nel donarsi con generosità, nel pagare di persona, nella solidarietà con i poveri e gli esclusi. Regalità e minorità: in Cristo sono una cosa sola, e San Francesco lo testimonia.
La preghiera al Sacro Cuore
Mi piace un’espressione della vostra preghiera al Sacro Cuore di Gesù, là dove dice: «Fa’ che siamo solidali e amici della gente, apostoli di simpatia e di verità, perché il Vangelo diventi cuore del mondo». “Apostoli di simpatia e di verità”. Bella espressione, che voi ripetete ogni giorno per confermare il vostro voto di apostolato, convinti che, uniti a Cristo nello Spirito Santo, si è apostoli anzitutto con la propria umanità, con quelle virtù umane che il Concilio Vaticano II descrive: la sincerità, il rispetto della giustizia, la fedeltà alla parola data, la gentilezza, la discrezione, la fermezza d’animo, la ponderazione, la rettitudine (cfr Decr. Optatam totius, 11). Cari fratelli, la fedeltà a questa vostra vocazione vi preservi da due tendenze oggi diffuse, anche tra i preti: l’autoreferenzialità e la mondanità. Nessuno di noi ne è del tutto immune. Bisogna riconoscerlo e reagire con la grazia del Signore. Dal Cielo vi aiutino e vi accompagnino la Madonna e San Francesco d’Assisi. Vi benedico tutti di cuore. E vi chiedo per favore di pregare per me. Grazie.
Il Papa incontra le Sentinelle della Santa Famiglia
Pregare la Madonna, ascoltare i bisogni del prossimo, essere “madri” in un mondo oggi “implacabile, sordo e indifferente alle sofferenze” altrui. È il mandato che il Papa affida alle Sentinelles de la Sainte Famille (Sentinelle della Santa Famiglia), rete internazionale di preghiera mariana composta da sole donne nata spontaneamente dieci anni fa a Bruxelles con l’intenzione di pregare la Vergine Maria per la Chiesa e per il mondo. Una realtà oggi ramificata nelle cosiddette “Stelle” in Francia, Gran Bretagna, Lussemburgo, Spagna, ma anche Libano, Colombia, Africa e Antille, che conta centinaia di fedeli, impegnate ogni giorno a recitare una decina del Rosario per il Papa, i sacerdoti e le donne consacrate, le vocazioni, le famiglie, l’evangelizzazione, a meditare per un mese un Mistero o in pellegrinaggi a Betlemme e Medjugorje.
Pregare la Madonna
Un impegno “semplice”, ma significativo (“Pregare con la Madonna è bello”), anche se per qualcuno “potrebbe sembrare anche risibile”, dice il Papa nell’udienza nel Palazzo Apostolico, alla quale è presente pure la principessa Sibilla di Lussemburgo. Francesco sottolinea poi il fatto che il movimento sia composto soltanto da donne: questo, afferma, “mette in luce la vostra vocazione specifica e insostituibile nella Chiesa, ad immagine della Vergine Maria”. “Voi – dice alle Sentinelle – non solo pregate la Madonna chiedendole di intercedere, ma avete ancor più la disposizione a conformarvi a lei, alla sua maternità, a unirvi alla sua preghiera di intercessione di madre per tutti i figli della Chiesa e per il mondo. Così, qualunque sia il vostro stato di vita, con Maria siete tutte madri”.
Uno sguardo paziente e compassionevole
Una maternità che si realizza anche nello sguardo rivolto sulle realtà del mondo. “Che sia sempre come quello della Vergine Maria, uno sguardo di madre, paziente, comprensivo, compassionevole”, è l’auspicio del Papa, che raccomanda di impregnare tutta la vita e le relazioni di questo sguardo, “non solo quando vi ritrovate tra voi come ‘sentinelle’ e nei momenti di preghiera, ma nella vita quotidiana, in famiglia, in parrocchia, nei vostri ambienti di lavoro”.
Pregare per le sofferenze del mondo
“Voi – aggiunge poi il Pontefice – portate certamente nella vostra preghiera avvenimenti che possono essere dolorosi, a titolo personale oppure affidativi da altri”. “Tutto ciò potrebbe suscitare incomprensione, scoraggiamento. Ma Maria, vedendo Gesù bambino patire la povertà, non si scoraggia, non si lamenta. Rimane in silenzio; custodisce nel suo cuore e medita”, sottolinea il Papa. “Questo fanno le madri: sanno superare ostacoli e conflitti, sanno infondere pace”. L’augurio è dunque di poter “aiutare le persone a scoprire il senso di ciò che vivono” e “a conservare sempre la speranza e la fiducia nel futuro”. Per farlo Papa Francesco raccomanda “tenerezza”, “una parola – annota – che qualcuno forse vorrebbe togliere dal dizionario!”. (VN).