La guerra è “orribile”. Lo ha detto Papa Francesco nell’incontro in Vaticano di questa mattina tra anziani e nipoti. “Gli anziani usano gli occhiali, quasi tutti, ma vedono lontano. Come mai? Perché hanno vissuto tanti anni, e hanno tante cose da insegnare: ad esempio quanto è brutta la guerra. Io, tanto tempo fa, l’ho imparato proprio da mio nonno, che aveva vissuto il ’14 al Piave, la prima guerra mondiale, e che con i suoi racconti mi ha fatto capire che la guerra è una cosa orribile, da non fare mai”.
Il Papa ha, poi, aggiunto: il nonno “anche mi ha insegnato una bella canzone che ancora mi ricordo. Volete che ve la dica?”. Quindi Francesco ha recitato “Questo cantavano i soldati al Piave: ‘Il general Cadorna scrisse alla regina: se vuoi guardare Trieste che la guardi in cartolina’. Bella eh? La cantavano i soldati”.
L’amore ci rende migliori
“L’amore ci rende migliori. Lo mostrate anche voi, che vi migliorate a vicenda volendovi bene. E ve lo dico da ‘nonno’, col desiderio di condividere la fede sempre giovane che unisce tutte le generazioni. Anch’io l’ho ricevuta da mia nonna, dalla quale per prima ho imparato a conoscere Gesù, che ci ama, che non ci lascia mai soli, e che ci sprona a farci anche noi vicini gli uni agli altri e a non escludere mai nessuno. Io ricordo ancora oggi le prime preghiere che mi ha insegnato la nonna”, ha detto ancora il Santo Padre.
Il Papa ha poi invitato a non lasciare soli gli anziani e sottolinea che non basta elaborare “programmi di assistenza”. “Per la cultura dello scarto, gli anziani vengono lasciati soli e devono trascorrere gli ultimi anni della vita lontano da casa e dai propri cari. Che cosa ne pensate: è bello questo o non è bello?”, ha detto parlando all’evento in Vaticano organizzato dalla fondazione Età Grande. Il Pontefice ha proseguito: “Gli anziani non devono essere lasciati soli, devono vivere in famiglia, in comunità, con l’affetto di tutti. E se non possono vivere in famiglia noi dobbiamo andare cercarli e stare vicini”. Poi un appello: “Costruiamolo questo mondo, insieme, non solo elaborando programmi di assistenza, quanto coltivando progetti diversi di esistenza, in cui gli anni che passano non siano considerati una perdita che sminuisce qualcuno, ma un bene che cresce e arricchisce tutti: e come tali siano apprezzati e non temuti”.
Il Papa, nel suo intervento ha salutato anche Lino Banfi: “Tutti noi abbiamo un nonno o una nonna, due nonni, due nonne, è una esperienza bella avere un nonno. Anche l’Italia ha un nonno e per questo voglio salutare il nonno d’Italia che è qui presente”, ha detto il Pontefice.
Foto: Vatican Media