“Francesco, il Conclave e ora papa Leone XIV ci lasciano tanto senso di responsabilità, ci indicano una strada, ci chiedono di guardare al futuro. Il Conclave ha disegnato una Chiesa che abbraccia tutti: pensate ai cardinali che venivano da luoghi diversissimi, dall’Oceania all’Africa fino alla Mongolia. Eppure questa diversità ha rivelato unità, unità forte, ha dimostrato che serve la squadra e questo è stato oggettivamente segnato dalla rapidità del Conclave”. A dirlo, intervistato da QN, il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei.
Poi sottolinea: “Francesco ci ha lasciato la dimensione di una Chiesa vicina: ha sempre voluto manifestare alla gente, pensiamo alla benedizione Urbi et Orbi di Pasqua, pensiamo a cosa significa davvero stare in mezzo alla gente, cosa rappresenta la protezione di un bambino, cosa rappresenta una carezza”.
E, intervistato dalla Stampa, parla del Bologna che ha vinto la Coppa Italia. “È una vittoria che va ben oltre il calcio. È una parabola della vita. Innanzitutto perché mostra il potere dello sport di unire le persone, di renderle più vicine, più umane. Lo sport, quello vero, ha questa capacità: ci insegna a partecipare, a capire l’altro, a farci parte di una storia più grande”.
Quanto alla speranza di molti che diventasse Papa dice: “Io mai l’ho sperato. E ribadisco: prima deve vincere lo scudetto il Bologna”.