Come ogni martedì torna la rubrica dedicata alla figura di Tommaso da Olera, il frate cappuccino vissuto a cavallo tra Cinquecento e Seicento e proclamato Beato nel 2013. Il testo è tratto da “Tommaso da Olera, saggezza umana e sapienza divina” a cura di Clemente Fillarini, Messaggero di Sant’Antonio Editrice.
La riflessione di oggi
Prostrandosi, Simeone adorò e baciò quel Dio tanto da lui desiderato, piangendo e gemendo da compassione (I 366).
Ogni giorno vediamo attorno a noi o in televisione baci e abbracci anche tra persone estranee. Ma quanta formalità o addirittura falsità vi è spesso in quel gesto! Bello invece quel bacio che è vera espressione di affetto, amicizia e rispetto, bacio che rassicura l’altro sui nostri sentimenti nei suoi confronti, quello che san Paolo augurava ai primi cristiani: «Salutatevi gli uni gli altri con il bacio santo» (Rm 16,16). Fra Tommaso parla brevemente di questi baci fisici fra persone che si amano (Maria, Giuseppe, Gesù, Elisabetta…), ma si dilunga quando parla dei baci fra l’anima e il suo Creatore e chiede: «Datemi, Gesù, il bacio del vostro amore» (II 635).
«Oh come Anna doveva giubilare rimirandola [Maria], baciandola, stringendosi quella al suo santo petto dandogli il latte! (I 332). «Ove mettendosi all’ordine per partirsi, chi avesse veduto i lamenti di Elisabetta e li abbracciamenti [con Maria]! Oh che baci cordiali passavano tra esse!» (I 347). «Contempla, o anima devota, l’atto che fece la Beata Vergine vedendo quel caro Gesù portato nel suo ventre per nove mesi: vedi quegli sguardi che dava al suo figliuolo, gli sguardi che dava il figliuolo alla Madre, che ferivano il cuore di Maria: ove genuflessa ai piedi del caro Figlio, adorò, baciandogli quelli santi piedi» (I 351). «Oh quante volte il santo Giuseppe lo pigliava nelle sue braccia, lo accarezzava e baciava!» (I 177). «Rimirava la gran Madre quelle ferite, baciava quella divina faccia, quegli occhi incavati, quelle labbra aride e secche» (I 256).
I baci amorosi
«Oh che colloqui passavano tra Dio e Maria, oh che innamoramenti, oh che baci amorosi, oh che abbracciamenti passava tra Dio e questa pregiata fanciulla! O gloriosi amanti! O buon Gesù, quanto vi compiacevi dell’amore di Maria, perché in esso amore non vi era interesse: era puro, retto, santo, giusto, immacolato» (II 594). E ancora, parlando dell’anima innamorata di Dio: «E lo stesso Iddio ne ha il possesso, tenendo lui le chiavi d’essi cuori, ed egli entra quando vuole, avendone pieno possesso, come avvenne alle cinque vergini prudenti: le quali, avendo l’olio dell’amore, entrò lo sposo con l’amate spose e cenò con esse, dando loro il bacio dell’amore per maggiormente accrescerne l’amore; perché chi ama cerca sempre di maggiormente amare, né mai il vero amore si ferma, ma sempre più cresce, e quanto più cresce, tanto maggiormente vorrebbe crescere, restandogli un ardente amore che vorrebbe poter amar Iddio come fanno i santi in cielo» (II 562).
«Salendo per la scala dell’amore […] quest’innamorato Cristo riceverà i suoi innamorati figli, ai quali darà il bacio dell’amor suo, tirando l’anima a novi lumi, a nuovi abbracciamenti, a nuovi amori» (II 253); e l’anima «si risolverà in gemiti e lacrime; e dirà: “Amor mio, muoio, non posso più. Datemi, Gesù, il bacio del vostro amore”, parendole di non amare, avendo il vero fondo di umiltà» (II 635). E Gesù a Giuda: «Che forse anco per intenerirti il cuore, asciugandoti i piedi, li baciò con le lagrime agli occhi per il dolor che sentiva della perdita dell’anima tua» (I 392).