La Conferenza Episcopale Francese ha pubblicato un video in cui un sacerdote esorcista spiega cos’è un esorcismo, come si prepara per questo e altri aspetti importanti di questo ministero della Chiesa Cattolica.
Nel video intitolato Un prete ci spiega l’esorcismo cattolico, P. François Buet, esorcista della diocesi di Marsiglia, precisa che “l’esorcismo è una preghiera della Chiesa” contro il potere del demone. È un sacramentale, non un sacramento, che alcuni sacerdoti fanno, almeno uno per diocesi, con “il permesso dei loro vescovi”.
Il discernimento sul possesso del diavolo
La prima cosa da fare quando si è di fronte a una persona che potrebbe essere posseduta è discernere se è effettivamente così. “C’è un lavoro di discernimento che deve essere fatto. Non si può pensare subito che sia il demone che è dietro alcuni problemi”, assicura il P. Buet.
Uno dei passi da seguire è consultare la persona se ha fatto “pratiche nascoste” come il satanismo, “esoteriche o di divinazione”, se ha fatto ricorso a stregoni o maghi, alla lettura di lettere, che avrebbero potuto permettere il possesso. Nel caso di Marsiglia, ci sono tre sacerdoti esorcisti che dialogano in ogni caso, per evitare “una sorta di targeting su una sola persona”, sottolinea il presbitero.
Quali sono le parti di un esorcismo?
L’esorcista francese ha indicato che quando è già stato verificato che una persona è posseduta dal diavolo, allora si procede all’esorcismo.
“Si inizia benedicendo l’acqua, l’acqua benedetta, e poi si prega la letania dei santi, per poi fare una lettura della Parola di Dio, segue l’imposizione delle mani, la professione di fede, una preghiera al Padre e poi si recita una formula che chiede che la persona sia liberata da ogni male”.
Poi si dice la formula deprecativa, diretta a Dio; o la forma imperativa, diretta “direttamente al diavolo” perché quest’ultimo lasci la persona, “ma generalmente la formula deprecativa basta”, continua l’esorcista.
Poi si finisce con la preghiera del Magnificat, la preghiera di lode della Vergine Maria, “e si prega una preghiera di conclusione”. Questo può durare tra i 20 e i 30 minuti, a seconda delle circostanze.
Di solito, nell’esorcismo il sacerdote esorcista non è solo, è “accompagnato da alcune persone vicine, da una comunità cristiana”.
Cosa recita un esorcista?
“Quando uno è un esorcista non può essere affascinato dallo straordinario del male. Bisogna essere affascinati da Cristo bisogna avere gli occhi fissi su Cristo”, osserva P. Buet.
‘Allora bisogna pregare con semplicità e con una certa sobrietà. Personalmente sono un sacerdote di Notre Dame des Filles, e prego due ore al giorno”, condivide.
Il P. Buet sottolinea che prega un’ora al mattino e una alla sera, oltre a celebrare la Messa “ogni giorno”. Mi confesso regolarmente, ogni 15 giorni.
“È importante, vedrete, perché proprio il male non possa contro il sacerdote che fa le sue preghiere, affinché sia un uomo libero e liberi così coloro che trova”. Questo richiede una grande energia umana e spirituale”, sottolinea l’esorcista.
L’importanza della confessione per ogni cattolico
Il sacerdote ribadisce che l’esorcismo è un sacramentale e non un sacramento; e che è il sacramento della confessione o della riconciliazione da cui nasce “ogni liberazione, ogni libertà”.
Per questo è anche importante che una persona posseduta si confessi, per chiedere perdono “per eventuali atti” che hanno aperto la porta al demone come le pratiche steriche o di divinazione.
Supervisione trimestrale degli esorcisti di Marsiglia
Il P. Buet sottolinea inoltre che ogni tre mesi “abbiamo una supervisione”. Abbiamo riunito tutta la squadra, anche con uno psicologo.
“Cerchiamo di distinguere, giustamente, tra ciò che è dell’ordine psicologico e ciò che è dell’ordine spirituale, e ci scambiamo opinioni insieme, nel segreto della riservatezza, sulle situazioni che abbiamo incontrato”.