Come ogni martedì torna la rubrica dedicata alla figura di Tommaso da Olera, il frate cappuccino vissuto a cavallo tra Cinquecento e Seicento e proclamato Beato nel 2013. Il testo è tratto da “Tommaso da Olera, saggezza umana e sapienza divina” a cura di Clemente Fillarini, Messaggero di Sant’Antonio Editrice.
La riflessione di oggi
Arrivò [Gesù] al palazzo di Pilato per essere condannato a morte, con querela qualmente si faceva Dio e che sovvertiva il popolo e proibiva di dare il tributo a Cesare; e con altre calunnie cercavano di dargli morte (I 409).
Quante offese e diffamazioni sentiamo da chi vuole ledere la reputazione altrui o salvare se stesso da qualche accusa più o meno vergognosa, e non sempre i giudici si mostrano all’altezza del loro compito, per cui ci sono ricorsi su ricorsi. Chi crede nel giusto giudizio di Dio, pur disprezzato, odiato e calunniato, starà forte, non si rattristerà, né andrà in collera sull’esempio di Gesù che per nostro amore tutto sopportò.
«Mi perseguitarono, calunniandomi, dicendo ogni male contro di me. Finalmente mi condannarono a morte di croce […]. E tutto offrii per amor dell’uomo ingrato e crudele più di fiera tigre e di vorace leone» (II 292). «E tutti questi patiboli andavano a ferire il cuore del Salvatore» (II 156)». «Vedevo che il mio popolo ebreo doveva perseguitarmi, calunniarmi e rinonciarmi per suo Messia e doveva darmi morte atroce» (III 180).
«[Maria] fu annunciata dall’angelo, concepì l’eterno Verbo figliuolo dell’eterno Padre. E tu, eretico, hai ardire di calunniare questa gran donna?» (III 201); «Come hai ardire di calunniarla e lacerarla con la tua sacrilega lingua avendola Iddio fatta grande e di tanta perfezione negli occhi suoi?» (III 94) «la calunni, la offendi! Oh, non fosti mai nato! Altro maggior bene non ci lasciò Iddio della sua Madre» (III 203).
«Oh quanti nel mondo sono giudicati pazzi, vili, abietti, poveri e piccioli stimati, sprezzati, vilipesi, confusi, perseguitati, calunniati, percossi, odiosi agli uomini, e nondimeno saranno tesori, gioie, margherite agli occhi di Dio! Questi tali seguitano il Signore per via incognita al mondo, ma conosciuta da Dio, perché seguitano quel Dio che per loro amore si fece vile: “Io sono un verme e non un uomo, rifiuto degli uomini, disprezzato dalla gente” (Salmo 21,7)» (II 190); sei vero imitatore di Cristo «quando sarai sprezzato, perseguitato, calunniato, odiato, tenuto in vilissimo concetto, mostrato a dito dal mondo e che quando avrai questi sinistri, starai saldo, forte, non movendoti a sdegno né a colera, né ti contristerai, né ti affliggerai, né ti scuserai […], ma tutto piglierai dalla |divina mano, credendo che, per i tuoi peccati, meriti e sei degno di supplizio maggiore, amando di cuore chi sarà stato cagione di tanto profittevole esercizio» (II 426).