Come ogni martedì torna la rubrica dedicata alla figura di Tommaso da Olera, il frate cappuccino vissuto a cavallo tra Cinquecento e Seicento e proclamato Beato nel 2013. Il testo è tratto da “Tommaso da Olera, saggezza umana e sapienza divina” a cura di Clemente Fillarini, Messaggero di Sant’Antonio Editrice.
La riflessione di oggi
E destandosi san Giuseppe tutto giubiloso e allegro, vedendo che la sua sposa era fatta Madre di Dio […], correndo come frenetico di amore, andò a ritrovare Maria e genuflesso adorò Maria e il Figliol di Dio in quel santo ventre (I 145).
La frenesia indica uno stato di delirio continuato, di rabbia e talora di pazzia furiosa; oppure, più genericamente e meno brutale, uno stato di eccitazione psicomotoria, una voglia smaniosa e irragionevole per qualcosa (gioco, ballo, guadagno, successo, viaggi, auto…). Nei suoi scritti il beato Tommaso parla solo di una frenesia dell’anima alla ricerca del suo maggior bene, l’amore e la gloria di Dio.
«Cercava Maddalena il suo maestro con tanta ansietà che era divenuta come pazza e frenetica d’amore: per questo andava ora in una parte ora in un’altra cercando. E parmi vedere il Signore che godesse di questa innamorata discepola» (I 427). L’anima amante di Dio, «vedendo tante meraviglie, dignità e gloria che gode Dio, che è tutto suo, vorrebbe corrispondere e, non potendo, diviene come frenetica di frenesia d’amore a guisa d’un febbricitante che, quanto più beve, tanto più aumenta la febbre» (II 606); e tali anime «sono sempre saettate con dardi d’amore, e tanto corrispondono [a questo amore] che molte volte diventano come pazze e frenetiche, che anco prorompono in alti ed eccessi tali che dagli inesperti sarebbero giudicati pazzi» (II 631). «Io conosco un religioso che, trovandosi in contemplazione in solitudine, faceva cose da pazzo, come far atti, gridori, lamenti, dir parole sproporzionate […]. Chi avesse veduto questo tale avrebbe detto che fosse divenuto frenetico» (II 244).