“Occorre creare e diffondere una filosofia specifica in ordine all’accoglienza per superare la ripulsa psicologica e comportamentale, cercando di mettere in evidenza al di là delle diverse razze umane la radice comune del valore dell’essere umano, cioè della persona, questo valore è comune a tutti, a qualunque razza si appartenga, qualunque sia il colore della pelle, e qualunque sia la concezione della vita, occorre educare al concetto di pari dignità di ogni persona umana”. Lo ha detto il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, tenendo alla Camera una lectio magistralis su “Il senso delle Istituzioni nella visione pedagogica di Luigi Secco”, il vescovo e missionario italiano scomparso nel 2017, su invito del presidente Lorenzo Fontana. “Occorre educare ad accogliere l’altro in quanto uomo – ha proseguito il card. Parolin – riconoscendogli la medesima dignità che riconosciamo a noi, se noi non mettiamo alla base dell’educazione questa filosofia, nessun progresso è possibile sulla strada della convivenza e dell’integrazione culturale”, “non si tratta di tollerare o persuadere o convertire a nuove etiche o a nuove religioni”. “Il luogo privilegiato del confronto – ha quindi sottolineato – è la scuola, essa deve farsi carico di educare a una laicità ben motivata per superare il confessionalismo, l’intolleranza, l’incomprensione delle ragioni altrui”, “è tutta la scuola che si deve muovere nell’orizzonte dell’intercultura”. Qui il segretario di stato vaticano ha inserito un passaggio a braccio ricordando la figura del cardinale Martini e il suo periodo a Gerusalemme: “Lui riferendosi al conflitto tra palestinesi e israeliani – ha ricordato – diceva che il superamento del conflitto potrà avvenire soltanto nella misura in cui ognuno si farà carico del dolore degli altri, molto bello questo”. Sempre sulla scorta degli insegnamenti di mons. Secco, Parolin ha sottolineato che “non ci sono culture di serie A e di serie B, una cultura di maggioranza e una di minoranza, la cultura è una, come una è la persona umana”, “anche la Costituzione italiana pone al centro la persona e la sua dignità”.’
Le istituzioni siano a servizio del bene comune
Dalla lezione di monsignor Secco emerge “un appello a sviluppare una coscienza sociale che va oltre i confini di gruppo, stato, razza ossia che incita a sconfiggere differenze e discriminazioni sociali, solidarietà è l’opposto di rivalità e dominazione”. Lo dice il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, tenendo una lectio alla Camera dal titolo, “Il senso delle Istituzioni nella visione pedagogica di Luigi Secco”, il vescovo e missionario italiano scomparso nel 2017. L’iniziativa è stata promossa dal presidente della Camera, Lorenzo Fontana. “Le istituzioni – ha sottolineato il card. Parolin – non solo possono ma devono essere educative, pena il fallimento della loro missione, il tradimento della loro essenza”, “l’esercizio di promozione del bene comune – ha aggiunto – deve andare al nucleo dei fondamenti etici del discorso civile, tale fondamento non può essere solo il consenso altrimenti la democrazia ne risulterebbe mortalmente malata”. “Chi è posto in autorità – ha quindi rimarcato – non è più bravo degli altri, non è più furbo degli altri, non è più intelligente degli altri ma è solamente destinatario di una chiamata, quella ad avere un cuore attento ai bisogni del cittadino nel rispetto della legge al fine di far fiorire la giustizia e così il frutto della giustizia sarà la pace”. “Il successo – ha anche detto – deve essere subordinato all’intelligenza del diritto, se manca la luce del diritto, osservava Sant’Agostino, allora lo Stato non è differente da una grossa banda di briganti” mentre “il diritto non può essere prerogativa del più forte”. Prima di entrare alla Camera, ai giornalisti, il segretario di Stato vaticano ha spiegato che il suo intervento sarebbe stato teso al messaggio di “mettere la politica al servizio della società, quindi sottolineare che la dimensione del servizio è fondamentale”.
A Cop28 andrò io secondo la prassi
“Stiamo vedendo ora le modalità di partecipazione, di solito ho partecipato io, a partire dalla Cop di Parigi, a tutte le Cop, penso che andrò questa volta anch’io ma naturalmente riducendo un po’ la permanenza. Poi c’è la delegazione che si ferma durante tutti i lavori, sono due settimane di lavori, io parteciperei solo alla prima parte, forse due giorni”. E’ quanto fa sapere il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, a proposito della partecipazione della Santa Sede alla Cop28 di Dubai dove papa Francesco avrebbe dovuto guidare la delegazione vaticana ma ha rinunciato in extremis su suggerimento dei medici.
Secondo quanto riferisce Vatican News, Parolin ha spiegato anche che il documento interreligioso sul clima sarà firmato a
Dubai dal cardinale Miguel Angel Ayuso, Prefetto del Dicastero per il Dialogo Interreligioso, “si occuperà lui della firma del documento interreligioso”. Parolin esprime anche rammarico per il fatto che il Papa non potrà tenere i circa trenta bilaterali che erano previsti a margine della Cop, una occasione mancata per intessere prospettive di pace, “certamente anche perchè c’erano state molte personalità politiche, capi di Stato e di governo che avevano chiesto di vedere il Papa. Purtroppo – osserva – non è possibile, non credo che questo significhi chissà che cosa, vengono cancellati, ma è già un buon segno che ci siano state tante persone che hanno chiesto di vedere il Papa, dispiace che non sia possibile”.