“Quando noi parliamo di genocidio è un sistematico annullamento del popolo ebraico messo in pratica dall’ideologia nazista. Quello che sta succedendo” a Gaza ” è una operazione militare che uccide innocenti, quanti bambini e questo è qualcosa che nessuno può apprezzare, non è accettabile che ci sia un prezzo dell’operazione, ma paragonare con l’ideologia nazista, no”. Lo ha detto il presidente della Cei e arcivescovo di Bologna, il cardinale Matteo Zuppi, intervistato da Skytg24.
Il rilascio degli ostaggi
“Per il rilascio degli ostaggi bisogna negoziare, già si è negoziato peraltro, l’insistenza di papa Francesco su questso non deve essere letta come l’incoraggiamento ad un compromesso ingenuo, negoziare è l’unica via, condivisa da tanti, anche con i gesti, ci si deve arrivare favorendo tutto quello che può portare a uno spazio di incontro”.
A proposito dell’Ucraina, afferma: “Dobbiamo fare uno sforzo ancora maggiore, il Papa non ha un piano nascosto da qualche parte ma fa di tutto per spingere la comunità internazionale, per creare l’opportunità di un negoziato, noi non dobbiamo arrenderci a che l’unico modo per risolvere i problemi sia quello militare”, “dobbiamo trovare tutti i modi per avviare i negoziati.
Creare opportunità
“C’è da creare delle opportunità – spiega il card. Zuppi -, ovvio nessuno dice che è facile, continua ad esempio il lavoro sui ricongiungimenti familiari, ringrazio i due nunzi per i ricongiungimenti familiari effettuati ma il problema è arrivare ad un quadro, questo è il ruolo su cui la comunità internazionale e anch l’Europa stessa, deve fare di più”. Per quanto riguarda le ormai note parole di papa Francesco sul coraggio della “bandiera bianca”, secondo Zuppi, “il messaggio è chiarissimo, c’è bisogno di fare in modo che le condizioni per cui vado al negoziato non siano per cedere ma per trovare una soluzione, questo è un grande sforzo di tessitura cioè creare quel negoziato dove vado con l’aspirazione, la convinzione che posso ottenere con il dialogo le stesse cose”.
I ricongiungimenti familiari
Per quanto riguarda proprio i ricongiungimenti familiari in cui la Santa Sede è impegnata come parte della sua missione umanitaria in favore dell’Ucraina, aggiunge: “Siamo in condizioni di guerra e si procede con molta lentezza ma il desiderio di risolvere i problemi c’è da tutte e due le parti, vorremmo fare molto di più e rapidamente, però la fiducia di tutte e due le parti c’è”. “Il problema vero è la comunione che non vuol dire uniformità della Chiesa ma la comunione le orienta tutte, io penso che non è mai il pensiero unico” a prevalere “ma deve esserci un’unica preoccupazione, che è quella della comunione, poi che ci siano diversità è un bene, non perchè le diversità siano divisive ma costruttive”, ha continuato il Cardinal Zuppi.
Delle migrazioni “sicuramente dobbiamo parlarne in modo diverso, sono 40 anni che ci stiamo misurando con questo fenomeno, c’è bisogno di Europa, più Europa, dobbiamo combattere l’illegalità con la legalità, aiutare a non partire, a restare in particolare con l’Africa, e poi una maggiore risposta di solidarietà europa per vincere le paure”. “Abbiamo un grande bisogno di manodopera – aggiunge -, mi hanno detto che nel click day, che per fortuna il governo ha aumentato, erano richiesti 4 volte i posti offerti, dobbiamo fare un discorso in positivo, con chiarezza e umanità. Poi in mare, bisogna salvare le vite”
Lo sguardo al futuro è quello della cooperazione
.”Con le difficoltà, la crisi, lo sguardo al futuro non può che essere quello della cooperazione, cioè pensarsi insieme”. Lo ha detto il presidente della Cei, cardinale arcivescovo di Bologna, Matteo Zuppi, partecipando all’assemblea regionale di Confcooperative a Bologna. “Bisogna capire che soltanto se ci si aiuta si possono affrontare delle sfide come quelle attuali, serve lo spirito cooperativo di una comunità di destino come siamo. La tradizione così profonda nella nostra regione della cooperazione, a partire dalle partecipanze, ancora secoli fa, ha molto da dire per il futuro”, aggiunge Zuppi.
“La presenza della cooperazione ha già dato nei decenni – spiega Zuppi – il problema è come investire per il futuro. C’è molto individualismo e molta privatizzazione, nel senso di logica del privato che non riesce a pensarsi insieme, e uno sguardo cooperativo aiuta tutti”. “La stabilità” è l’obiettivo principale da raggiungere nel mondo del lavoro. Lo ha detto il presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi, partecipando all’assemblea regionale di Confcooperative a Bologna. “Ancora il precariato è uno dei problemi più grandi che abbiamo – aggiunge Zuppi – c’è anche da non dimenticare tutto il problema dei morti sul lavoro, considerando il numero di morti che è ancora terribilmente alto”. Per Zuppi, occorre anche “dare stabilità ai ragazzi per costruirsi il futuro e per capire che possono investire sul futuro e non accontentarsi di gestire il presente”.