L’Opera della Metropolitana di Siena e l’Arcidiocesi di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino, dopo aver restituito ai fedeli e al grande pubblico il Fonte battesimale del Duomo di Siena restaurato, hanno organizzato con l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, artefice principale dell’intervento, un convegno per ripercorrerne le tappe. Lo straordinario impianto scultoreo realizzato da Donatello, Jacopo della Quercia, Lorenzo Ghiberti e Giovanni di Turino è tornato visibile lo scorso 25 giugno dopo tre anni di interventi conservativi.
La due giorni di oggi, giovedì 28, e domani ,venerdì 29 novembre, sarà dedicata al restauro di altissimo e innovativo livello tecnico che è stato diretto dall’Opificio, guidato dapprima dal compianto Marco Ciatti e successivamente da Emanuela Daffra, ed eseguito dai restauratori dell’istituto fiorentino con la collaborazione del personale dell’Opera. I lavori, finanziati dall’Opera della Metropolitana di Siena, sono stati svolti sotto l’alta sorveglianza dei funzionari della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, prima diretta da Andrea Muzzi e, attualmente, da Gabriele Nannetti, tra i relatori nella prima giornata insieme al cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo Metropolita di Siena – Colle di Val d’Elsa – Montalcino, e al professore Giovanni Minnucci, rettore dell’Opera della Metropolitana di Siena.
“Il restauro – dichiara il card. Augusto Paolo Lojudice – ha permesso a tutta la città e a tutte le persone che vengono a Siena di tornare a fruire non soltanto di un’importante opera d’arte, ma anche di un elemento che ha un forte valore religioso e spirituale quale il Fonte battesimale, grazie al quale gli uomini rinascono alla loro nuova vita in Cristo. Ripercorrere le tappe che hanno portato alla riapertura di questo tesoro è un modo anche di sottolineare quanto a Siena e non solo l’arte sia un mezzo per riscoprire e riavvicinarsi alle tradizioni cristiane che sono il fondamento della nostra società. Un ringraziamento quindi a tutte le realtà e ai professionisti che hanno contribuito a questo restauro”.
Il programma del convegno prevede interventi del personale dell’Opera, dei professionisti dell’Opificio e dei restauratori e docenti universitari che hanno lavorato in sinergia al complesso restauro di un’opera frutto della geniale perizia di alcuni tra i massimi artisti della prima metà del Quattrocento.
“Mesi e mesi di attenti studi e poi di interventi diversi ma collegati, che verranno resi noti con tutte le novità emerse dal restauro. Aspetti storici, filologici, uso dei materiali relativi, approfondimenti scientifici, tecniche di intervento, che saranno oggetto di specifiche comunicazioni, per poi essere complessivamente raccolti in una apposita pubblicazione, testimone del lavoro compiuto e caposaldo da cui partire per restauri futuri: questo, nelle intenzioni del Cda dell’Opera della Metropolitana, lo scopo principale dell’evento”, ha dichiarato il prof. Minnucci, rettore dell’Opera.
La soprintendente dell’Opificio, Emanuela Daffra, ha così commentato:
“Restituire a studiosi e semplici appassionati la mole di dati che si sono accumulati nel corso del restauro, dati appartenenti a classi differenti (mi piace qui ricordare le alleanze operose strette con università ed enti di ricerca), metterli in relazione reciproca e proporli alla discussione anche di chi non è stato direttamente coinvolto nell’impresa era una conclusione doverosa. Doverosa e intrinsecamente feconda, perché acquisizioni, conclusioni e soluzioni proposte solo se condivise e discusse potranno generare ulteriori avanzamenti”. (Adnkronos).