Papa Francesco, all’udienza generale in Piazza San Pietro, è oggi accompagnato da decine di ragazzi che fanno confusione. “Un po’ di chiasso ci vuole”, ha commentato il Papa.’
‘Non tutti nella Chiesa possono essere apostoli, profeti, evangelisti; ma tutti indistintamente possono e debbono essere caritatevoli, pazienti, umili, operatori di pace e così via”, ha detto il Papa. ”Ma tutti noi? Si, tutti noi dobbiamo essere pazienti, umili, operatori di pace, non di guerre!”.
”La gioia, frutto dello Spirito, ha in comune con ogni altra gioia umana un certo sentimento di pienezza e di appagamento, che fa desiderare che duri per sempre. Sappiamo per esperienza, però, che questo non avviene, perché tutto quaggiù passa in fretta: giovinezza, salute, forze, benessere, amicizie, amori…”, ha detto ancora il Papa.
Non è così per la gioia del Vangelo. ”La gioia evangelica, – ha fatto notare – a differenza di ogni altra gioia, può rinnovarsi ogni giorno e diventare contagiosa. È la duplice caratteristica della gioia frutto dello Spirito: non solo essa non va soggetta all’inevitabile usura del tempo, ma si moltiplica condividendola con altri! Una vera gioia si condivide con gli altri”.
Cinque secoli fa, ha ricordato ancora, ”viveva qui a Roma un santo chiamato Filippo Neri. Egli è passato alla storia come il santo della gioia. Ai bambini poveri e abbandonati del suo Oratorio diceva: ”Figlioli, state allegri; non voglio scrupoli o malinconie; mi basta che non pecchiate”. E ancora: ”State buoni, se potete!”. Meno conosciuta, però, è la sorgente da cui veniva la sua gioia. San Filippo Neri aveva un tale amore per Dio che a volte sembrava che il cuore gli scoppiasse nel petto. La sua gioia era, nel senso più pieno, un frutto dello Spirito. Il santo partecipò al Giubileo del 1575, che egli arricchì con la pratica, mantenuta in seguito, della visita alle Sette Chiese. Fu, a suo tempo, un vero evangelizzatore mediante la gioia. Perdonava sempre tutto. Dio perdona sempre. Questa è la gioia: essere perdonati da Dio. Ai preti dico: non chiedere troppo, perdonate tutto!”.
”Nel nostro mondo immerso nella tristezza delle guerre, tante, troppe guerre, e delle molteplici crisi, annunciamo la gioia del Vangelo attraverso le nostre vite trasfigurate dalla presenza di Dio”. Il Pontefice ha poi dato voce al suo dolore all’udienza generale salutando i pellegrini di lingua francese, in particolare gli studenti venuti dalla Francia e i fedeli della Diocesi di Djougou, nel Benin.
‘Sarà un brutto inverno per l’Ucraina”. Il Papa, al termine dell’udienza generale, ha rinnovato il suo appello per la pace in Ucraina, in Medio Oriente. ”E non dimentichiamo il martoriato popolo ucraino, soffre tanto. E voi bambini, ragazzi – ha detto Bergoglio – pensate ai bambini e ai ragazzi ucraini che soffrono in questo tempo senza riscaldamento con un inverno molto duro . Pregare per loro. Lo farete? Pregherete? Non dimenticatelo”. ”E preghiamo anche per la pace in Terra Santa, Nazareth , Palestina, Israele. Che ci sia la pace. La gente soffre tanto. Preghiamo per la pace tutti insieme”, ha rinnovato l’appello.
Foto: Vatican Media