Il commento al Vangelo di domenica 14 gennaio di Don Giulio Dellavite.
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo Giovanni fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». Due suoi discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù si voltò e disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì-maestro, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli gli disse: «Abbiamo trovato il Messia, il Cristo» e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa-Pietro».
LA RIFLESSIONE DI OGGI
Nel film “Casanova” di Lasse Hallstrom alla domanda“che cosa cerchi?”, il protagonista, inquieto corteggiatore sempre fuggiasco, risponde: “Un istante che valga una vita”. Invece la risposta più comune a “cosa cerchi?” purtroppo è: “quello che non va!”. Il negativo è per noi una calamita. Gesù rilancia in modo spiazzante: “venite e vedrete!”. È il salto dal cercare qualcosa all’incontrare qualcuno. È il salto dalle “sensazioni” alla “sensibilità”. Le sensazioni chiudono nell’io, la sensibilità apre al noi. Le sensazioni generano giudizi, la sensibilità genera premura. Le sensazioni attirano negatività, la sensibilità trova positività. Chi si lascia governare dalle sensazioni pretende, chi invece dà il primato alla sensibilità si protende.La proposta di Gesù (“venite e vedrete!”) chiede cambiamenti. Non è il generico e scontato: “chi vuole cambiamenti?” a cui tutti sono pronti e decisi ad alzare le mani. È il “chi vuole cambiare? chi è disposto a fare il primo passo? chi sceglie di affrontare percorsi nuovi?”: quando è così tante di quelle mani alzate si abbassano. Sono “cambia-MENTI” da leggere come parole staccate, sono un qualcosa che “cambia le menti”, cambia la logica. Tanto che la domanda che ne nasce è “dove dimori?”. Per curarci o per problemi chiediamo: “scusi lei dove riceve?”. Per istruirci chiediamo: “per favore lei dove insegna?”. Per amicizia chiediamo: “dove ci vediamo?”. Chiedere a qualcuno “dove abiti? andiamo a casa tua?” è impegnativo (nel testo ancora più rafforzato dal verbo “dimorare” per dire stabilità e non come visita occasionale). Aderire allo stile di Gesù cambia la logica di qualità della vita: CAMBIA-atteggia-MENTI, CAMBIA-senti-MENTI, CAMBIA-comporta-MENTI, CAMBIA-convinci-MENTI, CAMBIA-coinvolgi-MENTI, CAMBIA-abborda-MENTI, CAMBIA-comple-MENTI, CAMBIA-avvista-MENTI. Tristemente tutti sanno come gli altri dovrebbero cambiare: nella chiesa, nella politica, nel lavoro, nella finanza,
nello sport, nella scuola, nella gestione familiare.
Cambiamenti
E si ha sempre da ridire e da attaccare tutto e tutti, acidamente, sia se le cose non cambiano in base alle proprie pretese, sia se le cose cambiano ma non sono come si è sempre fatto. Il problema non è in ciò che “CAMBIA” ma nelle “MENTI”. Il Vangelo infatti è proprio il contrario. Nella pagina di oggi la conclusione ha come frutto una serie di cambia-MENTI: – un guardarsi negli occhi e nell’anima (i due fissano lo sguardo su Gesù e Gesù su Pietro); – il proprio nome che vibra in modo unico e diverso
(“Simone per me sei roccia-Pietro!”); – dei dettagli che sembrano da nulla ma si tatuano sul cuore in modo indelebile e essenziale (erano le 4 del pomeriggio); – un legame che sgretola le corazze e ribalta le prospettive facendo sentire un senso di completezza (“abbiamo trovato!”). Rifacciamogli quella domanda: “Signore, dove dimori?”. Ci risponde: “Io abito nei cambia-menti, venite e vedrete!”. Non smetteremo più di cercare ogni istante che valga una vita.