“Oggi la guerra è in se stessa un crimine contro l’umanità”, “i popoli hanno bisogno di pace, il mondo ha bisogno di pace”. Con queste parole Papa Francesco ha lanciato all’Angelus un nuovo appello per la pace “soprattutto in Ucraina, Israele e Palestina”‘. “Non dimentichiamo quanti soffrono la crudeltà della guerra. In tante parti del mondo, specialmente in Ucraina, in Palestina e in Israele. All’inizio dell’anno – ha detto il Papa – ci siamo scambiati auguri di pace, ma le armi hanno continuato ad uccidere e distruggere. Preghiamo affinché quanti hanno potere su questi conflitti riflettano sul fatto che la guerra non è la via per risolverli perché semina morte tra i civili e distrugge città e infrastrutture. In altre parole, oggi la guerra è in se stessa un crimine contro l’umanità. I popoli hanno bisogno di pace, il mondo ha bisogno di pace”. Bergoglio ha quindi citato le parole del vicario della Custodia di Terra Santa padre Ibrahim Faltas: ”Lui parlava di educare alla pace, si vede che nell’umanità intera non siamo con una educazione tale che fermi ogni guerra”.
Dio non vuole followers superficiali
‘Il Signore non vuole fare proseliti, non vuole ‘followers’ superficiali, ma persone che si interrogano e si lasciano interpellare dalla sua Parola”, ha detto il Papa commentando il Vangelo del giorno che parla dell’incontro di Gesù con i primi discepoli. ”Questa scena – ha sottolineato Francesco – ci invita a fare memoria del nostro primo incontro con Gesù -ognuno ha avuto il primo incontro con Gesù – a rinnovare la gioia di seguirlo e a chiederci: che cosa significa essere discepoli del Signore? Il testo ci aiuta suggerendoci tre parole: cercare, dimorare, annunciare. Per essere discepoli di Gesù bisogna prima di tutto cercarlo, avere un cuore aperto, in ricerca, non sazio o appagato. Siamo suoi discepoli nella misura in cui lo frequentiamo, ascoltiamo la sua Parola, dialoghiamo con Lui nella preghiera, lo adoriamo, lo amiamo e lo serviamo nei fratelli. La fede, insomma, non è una teoria, e’ un incontro, è andare a vedere dove abita il Signore e dimorare con Lui”. Affrontando il tema dell’annuncio, Francesco ha ricordato che ”la gioia del Vangelo è sempre estroversa, contagiosa, mai intimistica. Da qui nasce e rinasce sempre il dinamismo dell’evangelizzazione. Fratelli e sorelle, anche noi oggi facciamo memoria del nostro primo incontro col Signore. In famiglia, fuori. E ci chiediamo: siamo ancora discepoli innamorati, cerchiamo il Signore, oppure ci siamo accomodati in una fede fatta di abitudini? Dimoriamo con Lui nella preghiera, sappiamo stare in silenzio con Lui? E infine, sentiamo il bisogno di condividere la nostra gioia?”.
Foto: Vatican Media