Il commento al Vangelo di oggi, domenica 3 marzo, di Don Giulio Dellavite.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e quello che c’è in ciascuno.
Il commento al Vangelo della Domenica
Parigi, 1850. Il poeta Guy de Maupassant chiese al maestro Gustave Flaubert: “Dunque Dio è morto?”. “No! – rispose – Dio si è nascosto nei dettagli, occorre far parlare le cose”. Amburgo, 1925. Aby Warburg, padre della critica d’arte contemporanea, mette in guardia da tanta fuffa: “Dai dettagli scopri dove il diavolo cerca di rubare il posto a Dio”. Chicago, 1960. Mies Van der Rohe, ideatore del minimalismo, insegna less is more, meno è meglio(più): se Dio è nei dettagli la scelta dell’essenziale combatte ogni sbavatura che inquina. Proprio perché Dio è nei dettagli, Gesù fa una frusta, caccia tutti e ribalta i tavoli. Che strano vederlo così duro! Cosa gli causa irritazione, rossore, fastidio, prurito? Dopo esserci affidati a Gesù come medico per un check-up e come dermatologo per cercare il nostro “bellessere”, oggi lo interpelliamo come ALLERGOLOGO.
Gesù è allergico alla mediocrità
Gesù è allergico alla mediocrità che non riconosce la presenza di Dio e fa del tempio un mercato di superstizioni. Anche oggi. Non è questione di buone maniere, ma di buona spiritualità. Se la Messa invece che dal solito prete fosse celebrata dal Papa ogni dettaglio sarebbe curato, ordinato, lucidato, imbellettato e l’attenzione sarebbe altissima nel modo di stare e di fare. Se diciamo che Dio c’è e andiamo in Chiesa per incontrare lui, fino a prova contraria, è un po’ di più del Papa. Quindi se non si dà importanza allo stile dentro al tempio – con silenzio, compostezza, partecipazione, concentrazione – vuol dire solo una cosa: che non crediamo che Dio è presente! Per un incontro con un capo di stato (pensiamo al Quirinale, a Buckingham Palace, alla Casa Bianca) c’è un protocollo che chiede (per persone e cose) eleganza, ordine, finezza. Allo stesso modo per un evento significativo come una laurea, una cerimonia, una cena galante, una serata di circostanza, o se dobbiamo presentarci in ospedale, in tribunale, in TV eleganza, ordine, finezza esprimono quanto ci teniamo.
Gesù esige eleganza
Il riguardo usato è proporzionale all’importanza che si dà. Se si sta o si fa in modo sbracato significa che non interessa. Questo irrita Gesù: nella casa di Dio (ancor più se gli dici “padre”) superficialità, disordine, scialbore, trascuratezza non sono solo una mancanza di rispetto, ma è rinnegarlo. Gesù esige eleganza, ordine, finezza nel tempio perché lo ritiene spazio e tempo di educazione per cogliere poi la presenza di Dio negli eventi, negli altri, in se stessi. Cogliere la presenza di Dio negli eventi genera il gusto degli attimi e rende allergici ad ogni tipo di sciupare. Cogliere la presenza di Dio negli altri genera galanteria e rende allergici alla buzzurraggine e a ogni tipo di ingiustizia. Cogliere la presenza di Dio in se stessi genera autostima e rende allergici all’accontentarsi mediocre e rassegnato. La ricerca di Dio può avere anche la forma di nostalgia o lotta. Scorgere sue tracce negli eventi, negli altri, in se stessi genera eleganza, ordine, finezza e innesca allergia al mediocre. Ma se Dio non c’è, nei dettagli, come diventa la nostra realtà?