Papa Francesco, dopo una settimana nella quale a causa della bronchite ha fatto leggere nelle udienze i discorsi ad un collaboratore, oggi si è affacciato alla finestra del Palazzo Apostolico e, con voce ferma forte e chiara, ha recitato l’Angelus.
L’appello del Papa per la pace
“Porto quotidianamente nel cuore con dolore, la sofferenza delle popolazioni in Palestina e Israele dovuta alle ostilità in corso, migliaia di morti, feriti, sfollati, le immani distruzioni causano dolore”, “con conseguenze tremende sui piccoli e indifesi che vedono compromesso il loro futuro”, “davvero si pensa di costruire un mondo migliore e in questo modo? Davvero si pensa di raggiungere la pace? Basta per favore! Diciamo tutti basta per favore!”. Così l’appello accorato del Papa all’Angelus.”Fermatevi! Vi incoraggio a continuare i negoziati per un immediato cessate il fuco a Gaza e in tutta la regione”.
Ribadendo la sua richiesta di cessate il fuoco, il Papa ha richiesto la cessazione delle ostilità “affinché gli ostaggi siano liberati e la popolazione civile possa avere accesso sicuro agli aiuti umanitari”. “Non dimentichiamo la martoriata Ucraina – ha aggiunto – dove ogni giorno muoiono tanti e c’è tanto dolore”.
L’Angelus
“L’invito per il nostro cammino di Quaresima è a fare in noi e attorno a noi più casa e meno mercato. Prima di tutto nei confronti di Dio. Pregando tanto, come figli che senza stancarsi bussano fiduciosi alla porta del Padre, non come mercanti avari e diffidenti. E poi diffondendo fraternità. Ce n’è bisogno”, ha detto Papa Francesco.
“Pensiamo al silenzio imbarazzante, isolante, talvolta addirittura ostile che si incontra in tanti luoghi. Chiediamoci, allora prima di tutto, com’è la mia preghiera? È un prezzo da pagare o – evidenzia – è il momento dell’abbandono fiducioso, dove non guardo all’orologio? E come sono i miei rapporti con gli altri? So dare senza aspettare il contraccambio? So fare il primo passo per rompere i muri del silenzio e i vuoti delle distanze?”.
Il Vangelo del giorno
Nel Vangelo del giorno, si vede Gesù che scaccia i mercanti dal tempio. E Papa Francesco lo vede come un monito, come la necessità di non rendere la casa di Dio mercato, perché al mercato “si gioca sul prezzo” o “si cercano i propri interessi”, mentre “a casa si dà gratuitamente”. “Oggi – nota Papa Francesco – Gesù è duro perché non accetta che il tempio mercato si sostituisca al tempio casa, che la relazione con Dio sia distante e commerciale anziché vicina e fiduciosa”. Ma il Papa fa di più: dopo la preghiera dell’Angelus, il Papa fa una potente richiesta per fermare il conflitto in Israele, sottolinea che non si può davvero pensare che si possa raggiungere la pace in questo modo, chiede una pronta liberazione degli ostaggi. E non manca il ricordo per la “martoriata ucraina”, nonché la sottolineatura che il “disarmo è un imperativo morale”.
Commentando il Vangelo del giorno, Papa Francesco nota che “nel tempio inteso come mercato, per essere a posto con Dio bastava comprare un agnello, pagarlo e consumarlo sulle braci dell’altare. Comprare, pagare, consumare, e poi ciascuno a casa sua”. Invece, “nel tempio inteso invece come casa succede il contrario: si va per incontrare il Signore, per stare uniti a Lui e ai fratelli, per condividere gioie e dolori”.
Per quello Gesù non accetta “che il tempio-mercato si sostituisca al tempio-casa, che la relazione con Dio sia distante e commerciale anziché vicina e fiduciosa, che i banchi di vendita prendano il posto della mensa familiare, i prezzi quello degli abbracci e le monete quello delle carezze”.
È così, chiosa Papa Francesco, che “si crea una barriera tra Dio e l’uomo e tra fratello e fratello, mentre Cristo è venuto a portare comunione, misericordia e vicinanza”.
Il tempo di Quaresima
Quello di Gesù è un invito anche per il nostro tempo di Quaresima, per fare intorno a noi “più casa e meno mercato”, prima di tutto nei confronti di Dio, “pregando tanto, come figli che senza stancarsi bussano fiduciosi alla porta del Padre, non come mercanti avari e diffidenti”, ma anche “diffondendo fraternità”. Infine, Papa Francesco invita a guardarsi dentro e chiedersi se la propria preghiera è “un prezzo da pagare o è il momento dell’abbandono fiducioso, dove non guardo all’orologio”.