“Si vanno delineando, con tratti sempre più marcati, molte esperienze di città all’interno di un unico grande territorio che si chiama Roma. La città reale e quella virtuale. La prima è quella che per certi aspetti, si pensi alla mancanza di case dignitose e alle migliaia di persone senza dimora e in precarie condizioni abitative, più si avvicina, purtroppo, a quella di 50 anni fa. La seconda è quella che in termine di benessere economico, in base agli indicatori dell’Istat, vede classificata Roma, solo dopo Milano e Bologna”. E’ quanto emerge dal Rapporto Povertà 2023 di Caritas Roma, dal titolo “Le città parallele”, diffuso oggi. La Capitale è dunque “la città dei redditi così profondamente diseguali – spiega il documento di sintesi -, in cui si assiste a profonde differenze tra generazioni, generi, cittadinanza e area di residenza delle persone; dove i giovani restano i più penalizzati, nonostante i figli da crescere, insieme alle donne e agli stranieri, mentre sugli anziani, sugli uomini e sui cittadini italiani si concentrano gli stipendi e le pensioni più alte”. Ci sono poi, “la città storica in cui vivono gli anziani e quella delle periferie per i giovani. La prima, il centro, che sprigiona tanta potenza attrattiva con uno straordinario e costante afflusso turistico da tutto il mondo. Una preziosa risorsa per la crescita economica della città che, però, non sembra un’opportunità per le famiglie: sempre più si sta trasformando in una città vetrina a beneficio dei turisti e dell’indotto da loro generato. La seconda, quella delle periferie, in cui maggiormente vivono i giovani, che continua a crescere ma con problemi sempre maggiori, potendo disporre di minori beni e servizi; situazioni che ci interrogano quanto a capacità di rispondere alle attese di senso, di appartenenza e di giustizia che provengono da persone alla ricerca di un pieno riconoscimento del loro essere risorsa”.
A Roma 8 miliardi euro in poche mani
“A fronte di un’economia che cresce, seppur non a livelli esorbitanti, c’è una povertà diffusa che le statistiche intercettano in vari modi: mancanza di reddito, esclusione, solitudini, deprivazione, sfiducia”, “se dovessimo basarci sui numeri dell’economia, nel 2022 i romani dovrebbero essere più ricchi, visto che il loro reddito medio è aumentato di 1.100 euro rispetto all’anno precedente, arrivando a 28.600 euro. Tra le grandi città italiane, Roma è preceduta soltanto da Milano e Bologna nella classifica del reddito medio per contribuente. Quello che però caratterizza la Capitale è l’elevata disuguaglianza nella distribuzione su quattro aspetti in particolare: territoriale, generazionale, di nazionalità e per carico familiare”. E’ quanto emerge dal Rapporto. “I dati, inoltre – spiega il Report -, ci dicono anche che quello del reddito è un aumento nominale e che, rispetto all’anno precedente, il potere d’acquisto dei romani è diminuito dello 0,6%. Redditi medi più alti, dovuti in parte alla ripresa dell’economia e del turismo ma anche a trasferimenti che, per l’area metropolitana, nel 2022 hanno riguardato 76.472 nuclei familiari con il Reddito di Cittadinanza e 7.513 per la Pensione di Cittadinanza, coinvolgendo complessivamente 165 mila persone”. “In generale – si legge -, tra i residenti, il 42,2% dichiara un reddito inferiore ai 15.000 euro, il 37,1% è nella fascia 15.000- 35.000 euro, il 18,3% dichiara più di 35.000 euro ma meno di 100.000, mentre solo il 2,4% percepisce più di 100.000 euro. In particolare, questo 2,4% dei contribuenti detiene il 17,6% del reddito dichiarato nella Capitale, pari a oltre 8 miliardi di euro”.
Quasi 700 minori alle mense
“Nel 2022 si è registrato il dato più alto di accesso nei centri Caritas, parrocchie e servizi diocesani: oltre 25.000 persone hanno fatto richiesta di aiuto; per 11.800 di esse sono stati avviati programmi organici di aiuto”. E’ uno dei dati principali del Rapporto Povertà 2023 di Caritas Roma. “La richiesta di sostegno alimentare continua a rappresentare il principale tipo di intervento – spiega il Rapporto – e riguarda il 69,7% delle persone incontrate .Nelle tre mense sociali sono state accolte 9.148 persone, 4.092 delle quali per la prima volta. Due i dati sorprendenti: la presenza di 698 minori (il 7,6% del totale), si tratta soprattutto di minori stranieri non accompagnati” e “il crescente numero di stranieri, l’81% del totale: soprattutto i richiedenti asilo e i protetti internazionali”. Altro dato che emerge è “la richiesta di aiuto per pagare le bollette dell’energia: in soli tre mesi, a cavallo tra il 2022 e il 2023, è andato esaurito il fondo di 130.000 euro istituito dalla Diocesi di Roma e gestito dalla Caritas per aiutare le famiglie, costrette spesso a scegliere se pagare le bollette o provvedere ad altre spese pur indispensabili”.
Lavoro instabile e povero a Roma
“La questione lavorativa e il mercato del lavoro continua ad essere, insieme all’abitare, la questione delle questioni. La Capitale presenta un tasso di occupazione del 70,6%, un dato di oltre 5 punti superiore alla media nazionale e a quella regionale. Si tratta però di un mercato con una forte prevalenza di lavori instabili, il 18,8% di lavoratori atipici (17% del totale nazionale); in cui i lavoratori dipendenti con “bassa paga” è del 13,5% (10,4% in Italia)”. Lo sottolinea il Rapporto. Per quanto riguarda la dimensione abitativa, si verificano “diciotto provvedimenti di sfratto ogni giorno, 6.591 quelli eseguiti nel corso del 2022 e triplicati rispetto all’anno precedente, il 90% per morosità incolpevole degli inquilini, un terzo del totale eseguito con l’ausilio delle forze dell’ordine”; ci sono poi “14 mila famiglie in graduatoria per un alloggio popolare, con un’attesa media che tocca i dieci anni; mille persone che vivono nei residence per “l’emergenza abitativa” che costano alle casse comunali oltre 25 milioni di euro l’anno; 45 mila sono le famiglie che vivono in occupazioni informali e organizzate; ultimi tra gli ultimi ci sono le persone ‘senza tetto e senza fissa dimora’, l’Istat (2023) ne ha censite 23.420 nell’Area metropolitana di Roma, la maggior parte nella Capitale. A questi – aggiunge il Report – vanno aggiunti i 29.270 nuclei familiari che al 30 settembre scorso, hanno chiesto al Comune di Roma di ricevere un contributo, fino a un massimo 2.000 euro, per essere aiutati a pagare il canone di affitto, oltre il doppio rispetto a quelle del 2019 (12.999)”.
A Roma cresce disagio per accesso cure
Sono “crescenti” le “difficoltà di accesso alle cure sanitarie, con il triste e ormai vecchio problema irrisolto delle liste di attesa che mina il rapporto di fiducia tra cittadini e Servizio Sanitario Nazionale. Emerge come prioritaria la situazione delle persone con problemi di salute mentale, per la quale sarebbe ora di convocare quella Conferenza delle parti che, oltre a Comune e Regione, coinvolga i familiari dei malati e le associazioni di volontariato, in cui si affrontino alcune straordinarie priorità”. E’ uno degli aspetti maggiormente sottolineati dal Report. Altro aspetto rilevato tra le “grida della città” è quello del “sovra-indebitamento”. “Il 2022 – si legge nel Rapporto – è stato l’anno in cui le famiglie consumatrici hanno raggiunto livelli di accesso al credito tra i più elevati del nuovo millennio, con la specificità che si tratta in modo molto accentuato di credito al consumo senza scopo: nel Lazio spicca un aumento su base annuale di oltre il 9% per le cessioni del quinto dello stipendio. Una modalità di finanziamento a cui si accede, come una sorta di ultima spiaggia, quando per affrontare esigenze familiari e personali più o meno improvvise ed impreviste, ci si ritrova privi di altre possibilità di finanziamento ordinario”. “Fa riflettere inoltre, nel 2022 – si legge -, l’aumento della spesa per il gioco d’azzardo, nel solo Lazio, è stata di 10 miliardi e 249 milioni di euro, in media 1.793 euro a persona, con profitti per l’industria del settore per oltre 800 milioni”. (ANSA):