La “Lettera dal convento” di oggi, 17 marzo, di fra’ Gianluigi Pasquale.
Padre Pio in testa alla classifica dei Santi
Ricordavamo nella Lettera precedente che, dopo san Leopoldo Mandić (1866-1942), l’altro santo che venne scelto da Papa Francesco per il Giubileo della misericordia (2015-2016) fu il frate minore Cappuccino Pio da Pietrelcina (1887-1968), il primo sacerdote della storia a ricevere le stigmate.
«Provvisorio» a San Giovanni Rotondo
San Pio è stato il santo per antonomasia del XX secolo. È ancora oggi in testa alla classifica dei santi perché la sua devozione si è diffusa capillarmente in tutto il pianeta. Infatti, nessuno osa dubitare, nemmeno tra i non credenti o i non cristiani, che sia stato un’autentica rappresentazione del Signore Gesù Cristo nel mondo contemporaneo. Conviene, dunque, chiederci il perché. Francesco Forgione nacque a Pietrelcina, diocesi e provincia di Benevento il 25 Maggio 1887 da Grazio Maria e Maria Giuseppa Di Nunzio. Da quelle parti passavano a chiedere la carità i frati Cappuccini della Provincia di Foggia, suscitando nel piccolo e gracile Francesco il desiderio di diventare uno di loro, uno tra i «frati con la barba». A quindici anni, nel 1903, vestì il saio francescano nel noviziato di Morcone (BN), e gli venne dato il nome di fra Pio. Emise la professione perpetua dei tre voti religiosi nel 1907 e venne ordinato sacerdote nel Duomo di Benevento nel 1910. Dopo varie peregrinazioni in diversi conventi e alcuni periodi trascorsi in famiglia a motivo di una salute piuttosto gracile, nell’estate del 1916, fra Pio viene «provvisoriamente» trasferito nello sperduto convento di San Giovanni Rotondo (FG), dove avrebbe potuto ritemprarsi tra l’aria più fresca del Gargano. È là che avviene la stigmatizzazione.
Il primo sacerdote stigmatizzato della storia
Siamo nel 1918. La «grande guerra» non era ancora del tutto finita. Padre Pio lo sapeva, come era pure consapevole delle immani sofferenze che essa comportava. Una mattina, il 20 Settembre, dopo la celebrazione della Santa Messa del mattino, il giovane fra Pio si ritira da solo a pregare nel “coro” dei frati. Senza accorgersene entra in uno stato di riposo, di deliquio quasi, mentre il grande crocifisso ligneo che gli sta innanzi, trasfigurato e sofferente nel volto, gronda sangue, facendo passare fra Pio dal riposo al batticuore e accorgendosi di avere, ora, ferite lui pure sanguinanti nelle mani, nei piedi, nel costato e una dietro sulla schiena. Un sentimento di paura e di inspiegabile pudore, misto a vergogna, assale il giovane frate che qui ha solo trentun anni. È il primo sacerdote della storia del cristianesimo ad aver ricevuto in dono le stigmate.
La dura prova del silenzio e dell’isolamento
Come sappiamo sono proprio questi “segni soprannaturali” che gli procureranno tanta fama, quanta sofferenza. Nel 1923, dopo varie visite canoniche e ispezioni sulle stigmate, talune delle quali anche umilianti, giunge il decreto dalla Santa Sede che obbliga Padre Pio a un lungo silenzio, fino al 1933, ossia per dieci interminabili anni. Al giovane Cappuccino viene proibito di celebrare la Santa Messa in pubblico, di confessare e di comunicare con l’esterno. Non gli si poteva chiedere un sacrificio più grande. È in questi anni, però, che il futuro Santo proclamato tale (2002) da San Giovanni Paolo II (1920-2005), compone il famosissimo Epistolario, comunicando con le anime che dirigeva attraverso carta e penna. Intanto, nel Luglio del 1933 Pio XI (1857-1939) revoca le restrizioni e Padre Pio può ricominciare ad accogliere i penitenti, confessando per circa otto ore al giorno, ascoltando e consolando. Se, durante l’eucarestia, egli si univa completamente al sacrificio di Gesù Cristo sulla croce e le stigmate gli sanguinavano di più, nel sacramento della riconciliazione poteva alleviare la sofferenza dei penitenti, amministrando perdono e, appunto, misericordia a tutti. Non solo a parole, perché il 9 Gennaio 1940 diede avvio alla costruzione della Casa Sollievo della sofferenza, che fin dall’inizio volle fosse proprietà della Santa Sede.
Perché Padre Pio dà fiducia
Padre Pio “transita” al Cielo il 23 Settembre 1968. Eppure, ancora oggi è del tutto vivo, non solo nella coscienza dei fedeli o dei devoti. Compare e scompare in bilocazione. Con la sua intercessione, Dio concede grazie e guarigioni e qualsiasi categoria di persone. Artisti, re, cantanti, politici, calciatori, papi, poeti persone di ogni ceto gli sono devoti, dentro e fuori l’Italia. I «Gruppi di Preghiera di Padre Pio» sono tra le realtà ecclesiali più diffuse e vivaci. La ragione di tutto ciò sta nella sua promessa, fissata per iscritto in una sua «Lettera». Questa: «non varcherò la soglia del Paradiso fintantoché l’ultimo tra i miei figli e figlie spirituali non l’avrà attraversata. Poi, la passerò anch’io». E questo lo speriamo anche per tutti noi.