Il presidente della Conferenza episcopale di Francia (CEF), Eric de Moulins-Beaufort, esprime preoccupazione per le “violenze” a margine delle proteste contro la riforma delle pensioni in Francia, che a suo avviso sono “un sintomo allarmante dello stato del tessuto sociale” del Paese.
Le violenze per strada
“Le violenze osservate a margine di alcune manifestazioni in questi ultimi giorni, le violenze perpetrate da certi gruppi che usano la violenza come arma politica, i drammi talvolta causati da reazioni non sempre controllate di chi serve l’ordine pubblico turbano i nostri concittadini: sono un sintomo allarmante dello stato del tessuto sociale” francese, ha avvertito l’alto prelato, aprendo la sessione plenaria della CEF a Lourdes. “La crisi intorno alla riforma delle pensioni mette fortemente in questione il processo di concertazione e decisioni collettive previste dalle nostre istituzioni o almeno, la loro concreta applicazione”. “Pregheremo per i nostri responsabili politici incaricati di tracciare cammini d’avvenire che possano costituire un bene comune per tutti, nel quale tutti e tutte possano riconoscersi, a vari livelli, fortificati, ingranditi, incoraggiati a vivere”, prosegue Beaufort nel discorso diffuso ai media.
La riunione di Lourdes
Gli oppositori della riforma previdenziale di Emmanuel Macron hanno manifestato per una decima giornata di scioperi e proteste al livello nazionale. Questa volta, secondo i servizi di intelligence, nelle piazze della Re’publique sono arrivati anche tanti giovani in piu’ rispetto alle passate manifestazioni. Temendo nuovi scontri e violenze, il governo ha schierato 13.000 agenti in tutto il Paese, di cui 5.500 soltanto a Parigi. I circa 120 membri della CEF sono riuniti per quattro giorni a Lourdes, in particolare, per esaminare e prendere nuove misure volte a prevenire le aggressioni sessuali nella Chiesa.