Un uomo di altissima cultura, ha sottolineato il porporato, ricordando in particolare la passione di Napolitano per Mann, Dante e Mozart. Quattro le istantanee, tra pubblico e privato, che il cardinale ha volute evidenziare nel suo intervento. La prima risale a quando Ravasi era prefetto della Biblioteca Apostolica a Milano e Napolitano ministro degli Interni. Il ricordo va alle sue mani quando prese l’edizione autografa di Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria, andando a leggere i passaggi riguardanti la pena di morte. La seconda risale ad un incontro con Benedetto XVI, quando il presidente cità una frase dello scrittore tedesco Thomas Mann – “il cristianesimo rimane una delle colonne portanti dello spirito occidentale insieme alla cultura mediterranea”, che prontamente ripetè in tedesco queste parole che conosceva bene. A Benedetto XVI è legata anche la terza immagine, quando durante un concerto per l’anniversario dei Patti Lateranensi nel febbraio 2013 il Pontefice rivelò in anticipo a Napolitano la sua intenzione di dimettersi. In quell’occasione, ascoltando l’Ave Deum di Mozart , lo definì “quattro minuti di bellezza ultraterrena”. Infine il ricordo è andato a quella che è stata definita come “una straordinaria lezione su società e religione” al Cortile dei Gentili ad Assisi nel 2012. “Lasciò la sua pratica religiosa”, ha affermato Ravasi, “ma rispondendo sempre a un intimo bisogno di raccogliemento, sfuggendo a pressione dei doveri e degli assilli”. (Vatican News).